9 vite per 9 felini mascherati della Golden Age...

La categoria dei felini mascherati, o pseudo tali, ha sempre abbondato nei comics americani, sia che si trattasse di macchiettistici villains o di improbabili eroi o antieroi...fatto sta che molti di essi presero inevitabilmente il via dall'amata Golden Age; come dimenticare per esempio il famigerato Cat-Man della DC Comics, sin dagli albori simpatica spina nel fianco del cupo cavaliere oscuro? Oppure il suo omonimo, e assai antecedente, Cat-Man della Holyoke Publishing, già ampiamente trattato sin dal primo articolo di codesto Blog dedicato alla Golden Age?!? Ma ovviamente potrei citare anche il fiero Black Lion della Fox Feature Syndicate o il suo saettante collega di scuderia The Lynx, senza dimenticare poi l'improbabile Black Panther della Centaur Publications, tutti ampiamente sviscerati su queste pagine. Quindi, per non far un torto a nessuno, ho deciso di riunire in un unica prolifica scheda tutti i loro colleghi, sia uomini che donne, che portarono il vessillo del mondo felino durante la Golden Age o subito dopo di essa. Onorevoli e meno onorevoli characters in costume che richiamavano, palesemente o meno palesemente, valorose fiere come leoni, pantere, tigri, giaguari e ovviamente immancabili gatti. Quindi, sedetevi comodi e gustiamoci insieme questa sfilata di nove eroi rigorosamente in ordine cronologico, onde non suscitare invidie e malumori tra i nostri selvatici eroi in costume. Sia mai che prendendosela a male non vengano spietatamente a graffiarmi...


WHITE PANTHER (1940 Fiction House)
White Panther Fiction House 1940
Iniziamo dunque con la prima categoria – in questo caso le affascinanti pantere – partendo con il singolare White Panther, eroe dalla brevissima vita ma che solo in seguito godrà di una seconda chance editoriale sotto nuove spoglie. Ma andiamo con ordine... 
White Phanter nasce nel Gennaio del 1940 sulle pagine di Jungle Comics #1, della casa editrice Fiction House, e parto della mente del fumettista Taylor Martin. Come ogni buon eroe affidato in maniera totemica ad un animale guida della giungla, il nostro White Panther inizialmente era un giovane abitante della profonda giungla di un continente misterioso, e insieme a suo padre era l'ultimo rappresentante di un antica e misteriosa tribù. L'anziano padre ordinerà poi alla nostra giovane pantera di utilizzare i suoi poteri di chiaroveggenza, facoltà di cui erano dotate tutte le antecedenti pantere bianche, per scrutare il futuro e prevenirne ogni eventuale forma di male affinché il bene potesse sempre prevalere. Il primo compito assegnato al giovane White Panther sarà quello di accompagnare il rispettabile dottor White e sua figlia nel fitto della giungla alla ricerca di alcune rare pietre dal potere curativo, e che saranno prese di mira anche dal malvagio professor Zaoff e una selvaggia tribù di feroci cannibali, tutti disposti ad uccidere pur di mettere le mani sulle mistiche pietre. Ovviamente il valoroso e scattante White panther riuscirà abilmente a proteggere i suoi ospiti e ad arrestare le mire dei malvagi di turno, grazie anche alla sua velocità super umana e al suo particolare costume, un travestimento quest'ultimo che gli conferiva un aspetto talmente spettrale da valergli il soprannome di "The Winged Phantom"! Purtroppo però questa sarà la sua unica avventura, in quanto la sua vita editoriale nascerà e morirà al tempo stesso su questo #1 di Jungle Comics. Ma non tutto era perduto, in quanto, come accennato all'inizio, forse una seconda possibilità per il nostro era dietro l'angolo...

RED PANTHER (1940 Fiction House)
Red Panther Fiction House 1940
E difatti, come anticipato nella biografia di White Panther, ecco sopraggiungere una nuova incarnazione della fiera pantera della giungla...il valoroso e ben più prolifico Red Panther! C'è da dire comunque che da tempo si dibatte, su diversi siti o forum dedicati ai comics della Golden Age, se Red Panther sia o non sia il proseguimento del precedente White Panther, visto che origini e poteri erano alquanto differenti. Però il nome e il suo status di atavico difensore della giungla e delle sue tribù, nonché la guida artistica dello stesso Taylor Martin, hanno spesso contribuito sommessamente a renderli lo stesso personaggio. Quale sia la verità comunque poco importa, e di certo non la scopriremo su queste pagine, quindi, bando agli indugi e andiamo ad esplorare la ben più duratura vita editoriale di questa seconda pantera della casa editrice Fiction House... 
Red Panther nasce esattamente un mese dopo la dipartita di White Panther, precisamente su Jungle Comics #2, e sin da subito appare un eroe della giungla poco convenzionale e poco in linea con altri suoi colleghi tarzanidi della Fiction House (Kaanga su tutti). Dotato di un attillato costume rosso proveniente dalla pelle della mitica e leggendaria pantera rossa, e alla bisogna di un utilissimo e potente arco, Red Panther svettava da sempre come sacro protettore delle tribù indigene della giungla, che difendeva senza sosta e senza mai separarsi dal suo iconico costume, fonte forse del suo più incredibile potere, il teletrasporto! Difatti egli era capace di teletrasportarsi per brevi distanze apparendo sempre in un abbagliate lampo rosso, non disdegnando alla bisogna di spostarsi in maniera più prosaica utilizzando le classiche liane come ogni buon tarzanide avrebbe fatto. Non apparendo mai su nessuna copertina di Jungle Comics, la fiera pantera rossa della Golden Age andrà avanti per più di una ventina di numeri della suddetta rivista, fino a quando, con l'avanzare del sempre più crescente disinteresse nei confronti dei supereroi, non sparirà definitivamente sul #26 di Jungle Comics, datato febbraio 1942.

MARGA THE PANTHER WOMAN (1940 Fox Feature Syndicate)
Marga the Panther Woman Fox feature Syndicate 1940
Sempre del febbraio 1940, come il precedente Red Panther, era questa prima eroina legata anch'essa al mondo delle affascinanti e seducenti pantere...Marga the Panther Woman! La nostra ammaliante eroina nasce appunto nel febbraio del 1940 sulle pagine di Science Comics #1, rivista edita dalla prolifica Fox Feature Syndicate, e all'anagrafe risultava come Marga, giovane donna cresciuta e allevata nel fitto della giungla da un gruppo di pantere, e in seguito proprio da quest'ultime, tramite un processo di inoculazione sperimentale in laboratorio, acquisirà velocità, forza sovrumana e affilatissimi artigli che la renderanno una temibile e sanguinaria minaccia per chiunque avesse voluto distruggere la pace della sua amata giungla o dell'intero pianeta. Proprio per difendere altre oasi naturali del globo terracqueo si unirà al fidanzato e aviatore Ted Grant, con cui vivrà le più svariate e improbabili avventure scontrandosi con animali feroci e ben più feroci esseri umani, oltre ad incrociare la sua strada persino con civiltà aliene dotate di avanzatissime tecnologie. Ad accompagnare le gesta della nostra donna pantera, oltre l'amato Ted, vi era anche il fedele cane Homer, un ex cane poliziotto sempre pronto ad aiutare o persino difendere la portentosa donna nelle sue esotiche avventure. Personaggio assai potente la nostra Marga, dai tratti sicuramente interessanti e collocato sovente negli scenari più improbabili, tutti elementi che a volte la allontanavano di buon grado dalle numerose colleghe eroine legate solamente agli scenari selvaggi e naturalistici della solita giungla. Proprio per questo, piano piano, le sue avventure verrano ridimensionate e riportate sempre più sui binari delle classiche Jungle girls tanto in voga a quel tempo. Alla fine comunque tutto questo curioso bagaglio narrativo non la aiuterà a sopravvivere a lungo, e già con il #8 di Science Comics le sue avventure andranno a concludersi, non prima però di aver fatto una veloce capatina sulle pagine della rivista Weird Comics, sempre edita dalla Fox, in cui la vedremo dimostrare un ultima volta la sua forza animalesca ai lettori del tempo. 

MISS FURY (1941 Dell Syndicate
Miss Fury Bell Syndicate/Timely Comics 1943
Proseguiamo con un altra donna in maschera legata al mondo delle pantere...Miss Fury, eroina dall'aspetto felino in tutto e per tutto, e che faceva della sua sensualità un arma vincente, sia tra le pagine dei comic books in ci si esibiva, sia nella sua realtà fittizia sgominando criminali a destra e a manca; vera e propria femme fatale dei comics, che nel suo uso di striminziti costumini in pelle o latex, era sicuramente antesignana – insieme alla collega Black Angel o alla ben più celebre Catwoman – di eroine successive, e ben più moderne, come la letale Black Widow della Marvel Comics. Apparsa per la prima volta nell'aprile del 1941 sulle strisce domenicali prodotte dalla piccola casa editrice Bell Syndicate, e che ben presto verranno verranno ribattezzate con il suo nome, Miss Fury era una creatura della scrittrice June Tarpè Mills, che sin da subito le donerà il suo personalissimo tocco femminile facendo abbondante uso della moda del tempo, cercando di fare della sua eroina in costume un simbolo dell'emancipazione femminile di quegli anni. In più, cosa non da poco, Miss Fury rappresentava la prima eroina in costume nata interamente dalla penna di una donna, una vera novità quindi per il mercato editoriale dei comics del tempo, pressoché dominato da scrittori e sceneggiatori di sesso maschile. Comunque sotto il costume della seducente Miss Fury si nascondeva la ricca ereditiera Marla Drake, che seppur non dotata di particolari superpoteri, poteva però acquisire incredibile forza, agilità e velocità maggiorata indossando proprio il succinto costumino in pelle per entrare in azione. Il costume, formato da vera pelle di pantera, le era stato lasciato in eredità da un suo vecchio zio sedicente stregone Africano legato ad antichi riti Voodoo. Intrapresa brillantemente, e non senza un pizzico di divertimento, la sua carriera di eroina e vigilante, la smaliziata e letale Miss Fury ingaggerà diversi match con alcuni avversari ricorrenti all'interno delle sue avventure cartacee, quali il generale Bruno Beitz, la perfida baronessa Von Kampf, la bieca spia doppiogiochista Miguel Rico e il corpulento gangster Charles Villon, detto Whiffy, dalle abitudini inusuali legate al travestitismo in stile drag queen. Tra uno scontro e l'altro la nostra ebbe anche il tempo di intraprendere un complicato triangolo amoroso con il suo ex fidanzato, tal Gary Hale, e il detective Dan Carey, che si era innamorato della nostra seducente eroina indagando proprio sulle sue spericolate imprese da vigilante mascherata. 
Uno dei molteplici "scandalosi" outfit di Miss Fury
Nonostante però la popolarità che le avventure di Miss Fury riscuotevano sempre più tra i giovani lettori (e forse lettrici) di quegli anni '40, la nostra fu spesso al centro di diverse polemiche legate ai suoi numerosi e "scandalosi" outfit indossati al di fuori della sua identità mascherata, quindi nei più prosaici panni di Marla Drake; polemiche talmente insistenti che nel 1947, dopo l'ennesimo bikini indossato, diverse testate su cui erano pubblicate le sue strisce domenicali si ritirarono, smettendo di fatto di pubblicare le sue avventure, portando via via alla fine editoriale della nostra Miss Fury, che al tempo stesso subì anche l'attacco da parte di ferventi gruppi cristiani che vedevano nel personaggio una minaccia per la sanità dei giovani del tempo. Nonostante fosse comunque ancora apprezzata da un vasto pubblico, rappresentato persino dalle forze armate Americane, che sovente la ritraevano sulle fiancate dei loro aerei o bombardieri, la nostra provocante eroina in pelle e latex concluse le sue gesta nel 1952, con la chiusura definitiva delle sue classiche strisce domenicali sui principali quotidiani d'America.  Non tutto comunque era perduto, in quanto la Timely Comics – futura Marvel Comics – aveva iniziato a ristampare le sue strisce domenicali, in formato comic book, già nel 1942, portando avanti questo onorevole lavoro di recupero fino al 1946; un operazione questa che contribuì in futuro a puntare di nuovo i riflettori sulla letale eroina, che arriverà in tempi più moderni a godere di diverse quanto numerose iniziative editoriali di ripescaggio, portandola a godere di nuova linfa e gloria anche ai giorni nostri. Tra le iniziative più interessanti e degne di menzione si possono citare quelle legate alla casa editrice Malibu Comics, che dapprima sotto il marchio Adventure Comics nei primi anni '90 riporterà in auge la nostra feroce Miss, per poi in seguito inserirla nelle trame legate al super team formato da vecchie glorie della Golden Age chiamato Protectors. In tempi più vicini a noi, precisamente nel 2008, la vedremo compiere un veloce cameo all'interno della miniserie The Twelve, edita proprio dalla Marvel Comics, mentre le glorie sicuramente più efficaci le verranno regalate dalla sua nuova vita all'interno della scuderia di eroi Golden Age della Dynamite Entertainment, che nel 2012 la farà esordire in maniera vincente nella mini serie Masks, al fianco di grossi calibri come Zorro, The Shadow o Green Hornet; in più godrà di diverse iniziative editoriali da solista, sempre targate Dynamite Entertainment, sia nel 2013 che nel 2015, arrivando a veder pubblicata una sua ennesima riproposizione anche nel recente 2021, mantenendo, inutile dirlo, il suo inconfondibile e mortale fascino. 

BLACK CAT (1941 Harvey Comics
Black Cat comics June 1946
Rimaniamo sul registro femminile e soprattutto di gran fascino con Black Cat, iconica eroina di quei ruggenti anni '40, apparsa per la prima volta sulle pagine di Pocket Comics #1, datato agosto 1941, in una storia scritta e disegnata da Al Gabriele, artista che aveva già lavorato su testate di eroi come Namor the Sub Mariner e Miss America, ambedue ovviamente eroi della scuderia Timely Comics. A nascondersi sotto lo striminzito costume di Black Cat vi era la giovane Linda Turner, figlia di una celebre star del cinema e di una controfigura, che abbastanza annoiata della vita noiosa intrapresa in quel di Hollywood, deciderà di intraprendere una carriera da vigilante in costume dopo aver sventato i loschi piani segreti di una spia Nazista su suolo Americano; si confezionerà quindi un simpatico costumino e inizierà la sua carriera di eroina con il nome di Black Cat, nome preso in prestito dalla sua enorme passione per i noti felini di colore nero. La giovane riuscirà in qualche modo a imporsi come eroina in maschera grazie anche alle sue innate capacità investigative e soprattutto alle sue doti fisiche, che grazie all'allenamento del padre stuntman l'avevano temprata in agilità acrobatica e nell'arte del combattimento sia tradizionale che orientale, di cui era una formidabile praticante sia del Judo che del Karate. In più sapeva destreggiarsi benissimo con oggetti come lazo o giavellotto grazie anche ad una mira infallibile, oltre ovviamente a saper compiere spericolate incursioni in motocicletta degne dei migliori piloti professionisti. Nelle sue avventure era aiutata da due fedeli amici rappresentati da Rick Horne, un reporter del Los Angeles Daily Globe, e dal giovane Kit Weston, un ex acrobata da circo che farà da spalla alla nostra Black Cat con l'identità mascherata di Black Kitten
Black Cat and Captain Freedom 1942 Harvey Comics
Black Cat "goes to war" con i colleghi Captain Freedom, Shock Gibson e War Nurse
Chiusa con il #4 l'esperienza sulle pagine di Pocket Comics, la nostra scattante gatta si trasferirà sulle pagine di Speed Comics, dove sul #23 avrà modo di poter interagire con altri eroici colleghi della scuderia Harvey, quali Shock Gibson, Captain Freedom, Ted Parrish e War Nurse, aiutandoli a fermare una fantomatica invasione di Hollywood da parte dell'esercito Giapponese. Precedentemente invece, su Speed Comics #4, aveva avuto l'onore di collaborare con l'iconico paladino della seconda guerra mondiale Spirit of '76. Ovviamente non mancheranno le avventure in solitaria, dove la nostra avrà modo di farsi numerosi nemici, di cui i più importanti erano senz'altro l'incendiario Fire Bug, l'acuto e scaltro criminale The Scepter e il feroce pirata gigante chiamato Crimson Rider. Le avventure di Black Cat alla fine degli anni '40, come tutti i supereroi della passata Golden Age, iniziarono a subire un lento declino, e per poter sopravvivere dovette sottostare ad alcuni compromessi adottati dalla Harvey Comics, che reinventò più volte i titoli dedicati alla celebre gatta; dapprima si decise di spacciare le avventure della nostra eroina come delle storie western, cambiando nel '48 la titolazione in Black Cat Western, dopodiché nel '51 venne adottato il titolo Black Cat Mistery e cosi via di cambio in cambio, fino alla definitiva chiusura avvenuta nel 1958, dopo che la testata era stata riproposta come antologia di storie horror e soprannaturali, cosa questa che gli scatenò contro anche la censura del neonato Comics Code Authority. All'inizio degli anni '60, in pieno revival supereroistico, la Harvey provò a riportare in vita la sua eroina con una serie di ristampe, tra il '62 e il '63, dei primi lavori anni '40, ma la cosa scemò in fretta, in quanto ormai la Harvey Comics veniva identificata solo come fornitore di fumetti per bambini, e quindi non vi era posto per un eroe adulto e finanche provocante come Black Cat. Qualche altro timido tentativo di ristampa fu operato negli anni '80 e '90, ma questi tentativi ebbero meno successo dei precedenti, facendo chiudere definitivamente il sipario sulle sensuali acrobazie della nostra gatta nera. 

TIGER GIRL (1944 Fiction House)
Ancora donne in costume, e di nuovo la Fiction House degli iniziali White Panther e Red Panther, con la selvaggia eroina e jungle girl a tutti gli effetti chiamata Tiger Girl. Da sempre fucina di eroi ed eroine legate alla giungla, anche in questa occasione la Fiction House sfornò l'ennesima eroina palesemente ispirata alla loro ben più famosa Sheena, facendola debuttare sulle pagine di Fight Comics #32 del giugno 1944, per i disegni dell'artista Robert Webb, prolifico artista che aveva già lavorato per la prestigiosa Fox Feature Syndicate. Come tanti altri suoi colleghi tarzanidi o colleghe jungle girls, la ferina Tiger Girl mischiava i classici temi della giungla Africana a quelli della giungla Indiana, portando la nostra ad avere delle lontane origini legate all'India con il nome originale di principessa Vishnu,  sempre accompagnata da una possente tigre di nome Benzali; ma nonostante questi evidenti rimandi alla cultura Indiana, la nostra muoveva i suoi passi nella temibile giungla Africana, destreggiandosi abilmente nel combattimento e nell'uso della frusta, usando al contempo un suo particolare monile detto anello della tigre, da cui ella traeva la sua incredibile forza. Inizialmente ritratta con dei fluenti capelli rossi, verrà immediatamente convertita al biondo – colore assai in voga tra le jungle girls – già sulle copertina di Fight Comics #49 del luglio 1947, rivista di cui dominò le copertine perlomeno fino al #81 del luglio 1952. Successivamente fu trasferita sulle pagine di Jungle Comics, dove però furono pubblicate solamente ristampe delle sue prime avventure, facendo la sua ultima apparizione sul #163 di della stessa, uscito nell'estate del 1954. In tempi relativamente recenti fu soggetta a un opera di recupero approntata dalla casa editrice AC Comics, specializzata in recuperi e ristampe di vecchio eroi e supereroi legati alla Golden Age.

JAGUAR MAN (1945 Fox Feature Syndicate)
Jaguar Man 1945 Fox Feature Syndicate
E dopo questa lunga parentesi al femminile torniamo a parlare di eroi maschili legati al totemico potere dei felini, e lo facciamo con Jaguar Man, scattante ed agile eroe mascherato nato sulle ultime pagine di All Great Comics, una raccolta antologica uscita nel 1945 e contenente una summa di diversi e variegati eroi minori che erano stati pubblicati di sfuggita un po' qua e un po' la nel corso di quei primi anni '40 dalla prolifica Fox Feature Syndicate. Proprio per questo, ben poco, se non proprio nulla, si sa in merito agli autori di questa unica e solitaria avventura del nostro uomo giaguaro, come pure era sconosciuto il suo nome di battesimo, rispondendo quindi soltanto al nome di Jaguar Man. Quello che veniva mostrato era solamente il nostro agile eroe compiere le sue avventure urbane in compagnia di un vero giaguaro di nome Ebony, e quando non compiva le sue mirabolanti gesta eroiche, lavorava come guardiano di uno zoo dove teneva in ordine proprio la gabbia della feroce e fedele Ebony. Misteriose anche le origini dei suoi poteri, che consistevano in una sorprendente capacità di comunicare con tutti i maggiori grandi felini, oltre al possedere una forza sovrumana e un agilità incredibile che gli permetteva di spiccare salti impressionanti per un semplice uomo. Tutte qualità che però non gli permisero di sopravvivere a quell'unica esperienza su All Great Comics, decretando la sua prematura fine. Soltanto negli anni '60 si tornerà fugacemente a parlare di lui, in quanto molti lettori o addetti al settore pensarono di rivedere nel personaggio della Archie Comics chiamato The Jaguar il caro vecchio Jaguar Man, cosa che però fu puntualmente smentita!  

CAT-MAN (1951 Frew Publications
E dopo il mite e sfortunato Jaguar Man, facciamo un salto in avanti di ben sei anni, cioè nel 1951, per parlare di un altrettanto sfortunato, se non proprio sfigato personaggio in costume legato al mondo dei felini...e cioè Cat-Man. Ovviamente non sto parlando del Cat-Man della Holyoke Publishing, di cui sappiamo già vita morte e miracoli grazie agli articoli o video che potete trovare su questo Blog, e nemmeno del ben più famoso Cat-Man della DC Comics, ma del loro fratello minore, o meglio dire copia carbone proveniente dalla lontana Australia. Si, perché il personaggio di cui si parla non nasce come tutti i precedenti illustri colleghi su suolo Americano, bensì nella lontana e selvaggia terra dei canguri sulle pagine di Super Yank Comics #1, rivista antologica edita dalla piccola casa editrice Australiana Frew Publications. Questo Cat-Man inizialmente era un mero copia e incolla, pubblicato in bianco e nero, delle avventure del Cat-Man della Holyoke Publishing, in quanto sia durante la guerra che dopo, era vietato importare prodotti Americani cartacei in Australia, ma via via con il tempo inizierà a discostarsi sempre più dall'identità del Cat-Man Americano divergendo in diversi elementi come l'identità segreta, il quartier generale, l'attrezzatura usata o i relativi poteri. Innanzitutto questo Cat-Man inizierà ad indossare un costume del tutto differente dal suo omonimo a stelle e strisce, preferendo dei begli occhialoni per la visione notturna e una fedele pistola Luger sempre al suo fianco, oltre ad una utilissima cintura multiuso in stile Batman. In più era del tutto privo di poteri totemici legati ai gatti, quindi un semplice essere umano molto agile e allenato, che si divertiva a dare la caccia ai criminali disseminati in lungo e in largo nelle distese desertiche del vasto territorio dell'entroterra Australiano, partendo sempre dal suo quartier generale situato in cima a una desolata montagna. Ovviamente il nostro non si limitava solo alla sua terra, ma sovente compiva delle incursioni in altre zone del pianeta arrivando persino a collaborare con le nazioni unite, di cui la sua fidanzata Terri West faceva da tramite. Il nostro era anche coadiuvato da suo padre, il noto professor West, e dalla giovane spalla chiamata Kit. Ovviamente rispetto al suo predecessore Americano questo Cat-Man Australiano ebbe una durata di vita ben più breve, venendo pubblicato per soli dodici numeri finendo per eclissarsi sempre più tra le aride sabbie della sua terra selvaggia. 

TIGER WOMAN (1954 Ace Comics
E concludiamo questa lunga carrellata tra i grandi felini in costume di nuovo con un personaggio femminile, dalla vita editoriale brevissima, ma che forse meritava di entrare in questa lista solo per la sua presenza fisica e i suoi poteri, oltre ovviamente a un costume assai evocativo che anticipava di parecchi anni la nascita della nota super eroina Tigra, personaggio in forze alla Marvel Comics. Parlo infatti della Tiger Woman pubblicata nel 1954 sulle pagine di Hand of Fate #25b della casa editrice Ace Comics. L'eccezionalità del personaggio, oltre alla sua presenza fisica, era anche dimostrata dalla sua natura, non un eroina bensì una cattivona, e dalla sua data di nascita, assai lontana dai precedenti fasti legati al periodo bellico rappresentato dalla Golden Age. Comunque, bando alle ciance e andiamo a scoprire qualcosa di più della nostra letale e acrobatica Tiger Woman... All'anagrafe la nostra prendeva il nome di Nita Dell, complice del noto ladro e criminale Brett Hannigan, con cui si darà a dei simpatici furti negli uffici principali di un noto luna park, in cui cercheranno anche di nascondersi per sfuggire alla polizia. Rifugiatisi precisamente all'interno di un museo delle cere, verranno incredibilmente maledetti e trasformati dalla proprietaria del museo – una sedicente fattucchiera – negli stessi mostri o animali in cui si erano nascosti per sfuggire alla cattura delle forze dell'ordine. I due, dopo la scioccante metamorfosi, verrano catturati e ricoverati nell'ospedale della prigione, da cui però evaderanno facendo strage tra i poliziotti incaricati di fermarli e inermi di fronte alla loro nuova forma fisica che li rendeva pressoché invulnerabili. La diabolica Nita, in particolare, era divenuta una sorta di tigre mannara, con tutte le caratteristiche di potenza e forza muscolare dei grandi felini, oltre ad una capacità sovrumana di resistenza ai proiettili e una bella coda svolazzante a corredare il tutto. In più gli era del tutto impossibile poter tornare alla sua forma umana, cosa che accadrà solamente quando la fattucchiera che aveva scagliato su di lei la maledizione mutaforma, la farà tornare alla sua precedente forma umana, non prima di averla fatta uccidere in uno scontro fratricida con lo stesso Brett. Una storia tragica quindi, ma dopotutto figlia delle pubblicazioni lugubri e leggermente horror che andavano di moda in quella metà degli anni '50.

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