Gli 80 anni di Batman: tra numerosi epigoni, omaggi, plagi, e precursori dell'uomo pipistrello più famoso dei comics! - Parte Quarta -

Eccoci arrivati alla quarta parte dedicata agli 80 anni del nostro Uomo Pipistrello preferito, e ai suoi innumerevoli emuli, simpatici cloni, o fratelli rinnegati in maschera; ecco, forse maschera è la parola giusta, visto che oggi andremo ad analizzare insieme quei Characters tosti, duri e puri, e che sovente ansimano pesantemente sotto un bel cappuccio, preferibilmente nero, o di altro colore, e che amano assai usare una certa "gentile" coercizione sul farabutto di turno. Quindi, senza indugio, partiamo con la solita carrellata di vigilanti incappucciati, sia provenienti dal vasto bacino del pubblico dominio (come prassi e vangelo di questo Blog) sia quelli provenienti dal ben più abbordabile Mainstream.




THE HOOD
L'incappucciato per eccellenza, se non proprio uno dei miei Characters preferiti (spesso omaggiato sulla mia pagina Instagram) affascinante e misterioso, quanto semplice nel suo design, Hood esordisce nel 1941 (quindi ben più tardi del nostro Bats) sul #5 di Cat-Man Comics, rivista ammiraglia della Holyhoke Publishing, e dedicata interamente al suo felino mascherato di punta, Cat-ManDei suoi creatori, o possibili autori, non si ha tuttora traccia, ma chiunque essi fossero, li ringrazio infinitamente (e Alex Ross insieme a me) per averci regalato questo colorato e gustoso vigilante mascherato.

Non solo avversari mostruosi o folcloristici per Hood, ma anche la solita cellula
Nazista infiltrata su suolo Americano, vero leitmotiv nei Comics degli anni '40.
Sotto il cappuccio di Hood si celava l'agente dell'FBI Craig Williams, che frustrato dai troppi criminali che riuscivano ad eludere le smagliate reti della legge ordinaria, decise che era il momento di mettersi sullo stesso piano dei criminali, combattendoli ad armi pari e fuori da ogni giurisdizione, e soprattutto senza gli intralci della monolitica agenzia investigativa governativa.
Quindi, indossato uno dei costumi più belli e colorati della Golden Age, inizierà la sua spietata crociata contro il crimine, affidandosi principalmente ai suoi pugni e alla sua intelligenza superiore, non essendo giustamente dotato di Super poteri. Ovviamente i Villains folcloristici non tardarono ad arrivare, e se ne riuscirono a contare un bel po. Tra questi vale la pena ricordare l'artista circense folle Fire Eater, il barone nazista dotato di un arto bionico Claw Vulture, il sicario dalle mani a frusta Red Lash, ed il più inquietante di tutti, Death's Head, una vera e propria testa maledetta e volante appartenuta un tempo ad un criminale decapitato nella lontana India, e capace nella sua nuova incarnazione di controllare le menti altrui.

Hood nella carismatica e adulta versione di Alex Ross su Project Superpowers.
Giustiziere notturno immerso spesso in atmosfere Creepy, Hood ebbe in fin dei conti una discreta vita cartacea, contando all'attivo ben ventitré numeri di Cat-Man Comics. In tempi recenti (2008) il volpone Alex Ross lo ha voluto nel ricco cast del suo citatissimo (soprattutto su queste pagine) Project Superpowers, miniserie edita dalla Dynamite Entertainment.


HANGMAN
Hangman ed il suo minaccioso e letale patibolo, pronto a
punire in maniera definitiva gli incauti assassini e criminali.
Come per Batman, la carriera da vigilante mascherato di Hangman era motivata e alimentata da un forte desiderio di vendetta, ma a differenza del famoso pipistrello, il nostro "boia" adottava dei metodi ancor più violenti ed estremi, arrivando persino ad usare un vero e proprio patibolo per compiere le sue "allegre" esecuzioni sommarie! 
Il truce cappuccio di Hangman nascondeva l'identità di Bob Dickering, normale e tranquillo cittadino modello americano che aveva la fortuna (o la sfortuna, fate voi) di avere per fratello John Dickering, conosciuto ai più come il supereroe The Comet.

The Comet, uno dei primi supereroi della MLJ Comics. Character dal triste
fato che servirà da sprone per la discesa in campo del "risolutivo" Hangman.
Durante un rapimento avvenuto ai danni del povero Bob, scambiato per il ben più famoso fratello, avverrà la tragedia che porterà il nostro a cambiare radicalmente vita e atteggiamento. Difatti, nell'operazione di salvataggio, suo fratello John riuscirà a liberarlo, ma nonostante i suoi portentosi poteri finirà per rimanere ucciso sotto i colpi degli infami rapitori, sconvolgendo per sempre il povero Bob, che tenendo tra le braccia il corpo esanime del fratello, giurerà eterna vendetta verso tutti coloro che potevano essere un pericolo per gli innocenti e per la società tutta.
Quindi, costruendosi un sinistro costume improvvisato, ma che doveva incutere mortale terrore in ogni criminale che infestava la sua città, iniziò la sua carriera di simpatico impiccatore di feccia umana.

Hangman, in coppia con The Shield, le suona ai soliti mostruosi Nazisti.
Questo cupo Character dai modi spicci e risolutivi, esordì sul #17 di Pep Comics del luglio del 1941, edito dalla MLJ (futura Archie Comics) scritto dal romanziere Pulp Cliff Campbell, e illustrato dal fumettista George Storm. Sempre nello stesso numero, Hangman iniziò a dividersi la scena e le copertine con il collega The Shield, fino a quando, dopo solo quattro numeri, Strom abbandonò i disegni del violento Boia, cosa questa che portò pian piano ad un lento declino del truce vigilante.
Hangman continuando tra alti e bassi le sue avventure, addirittura ottenendo un intera rivista a suo nome nell'inverno del '41, arrivò comunque a concludere le sue efferate gesta nel marzo del '44, sul #47 di Pep Comics. Due decenni dopo fu ripescato, insieme a molti altri suoi colleghi mascherati della MLJ/Archie, per la serie Mighty Crusaders, dove incredibilmente stavolta recitava nientemeno che la parte del cattivo (cosa non poi così difficile visto il soggetto in questione). Difatti sul #33 di Fly-Man (settembre 1965) dimentico del suo solenne giuramento contro ogni forma di criminalità e violenza, lo si vedeva bellamente passare dall'altra parte della barricata!

Il folle e malvagio Hangman nella sua nuova versione targata Mighty Crusaders.
Tolto un altro velocissimo ripescaggio avvenuto nel 1983 su The Comet #1, sempre edito dalla Archie, nei primi anni '90 un nuovo Hangman fu proposto dalla DC Comics (che ne aveva nel mentre acquisito i diritti) ma la cosa si sgonfio prestissimo, mandando definitivamente sul patibolo della dimenticanza editoriale il nostro truce vendicatore mascherato.


FANTOM OF THE FAIR
Fantom of the Fair - Centaur Publications 1939
L'esordio del misterioso Fantom of the Fair su Amazing Mistery Funnies #7.
Fantom o Fantom of the Fair (letteralmente Fantasma della Fiera) per gli amici Fantoman, ma con nessuna correlazione con il Fantômas di Marcel Allain, o la Fantomah di Henry Fletcher, prende il suo nome dalla fiera mondiale (o universale) tenutasi a New York tra il 1939 ed il 1940.
Sinistro ma affascinante Character, Fantom nasce sulle pagine di Amazing Mistery Funnies Vol.2 #7 del luglio 1939, per l'editore Centaur Publications. La Centaur all'epoca era già conosciuta per aver pubblicato Characters come Speed Centaur, Minimidget, e l'inquietante occhio detective fluttuante, The Eye. Su chi abbia concepito graficamente Fantom è ancora argomento di discussioni, ma la realizzazione di una Cover da parte dell'artista Carl Gustavson (The Angel, The Spectre) per il numero introduttivo, ne fanno pendere l'ago della bilancia proprio su quest'ultimo.

Gli incredibili scatti e le mirabolanti piroette di Fantom, incredibilmente, non erano
frutto di veri e propri Superpoteri. Soltanto grande forza atletica e tenace volontà umana.
Fantom, come appunto recita il suo nome per intero, era strettamente legato alla grande fiera universale citata all'inizio, dove il nostro oscuro vigilante aveva collocato la sua base segreta proprio sotto le sue fondamenta. Base questa che era dotata dei migliori gadget e di un attrezzatissimo laboratorio, e in più, proprio come la famosa Bat-Caverna, disponeva di un fiume sotterraneo che strategicamente la collegava agilmente con l'esterno. Da qui muoveva la sua personale guerra al crimine, soprattutto quello che cercava di mettere le mani sulle attività della fiera ed ai suoi relativi visitatori. A differenza di un Batman, Hangman, o altri Characters citati sin qui, Fantom non aveva delle reali motivazioni, e la sua identità segreta non venne mai rivelata...risultava quindi come una sorta di forza della natura misteriosa e anche un po inquietante, che come un automa vendicativo compiva la sua missione a suon di pugni e coercizione mentale. Si, perché il nostro era già di suo dotato di un forte carisma e presenza, al punto da dimostrare quasi di essere dotato di apparenti poteri mentali in grado di piegare la volontà delle sue vittime! In più, tanto per onorare le esposizioni fieristiche, disponeva anche di una bella camera delle torture in cui ogni tanto e quanto si dilettava a "massaggiare" i poveri criminali di turno con qualche bello strumento di tortura medievale.

Il nuovo costume di Fantom nella sua versione Fantoman. Forse proprio questo
 nuovo look, con viso scoperto, determinò lo scarso successo dell'iniziativa.
Purtroppo però, un Character dal cosi cosi grande potenziale non era destinato a durare che per il tempo dell'esposizione fieristica (principale motivo della sua creazione) quindi, con l'andare ad esaurirsi dell'importante manifestazione, gli editori corsero ai ripari ribattezzando la rivista che lo ospitava in Amazing Mistery (settembre 1940) e lui stesso in Fantoman.
Ma la cosa, ahimè, non funzionò, e con il #24 di Amazing Mistery chiuse i cancelli della sua personalissima fiera. Nella sua nuova incarnazione di Fantoman invece il nostro nerissimo e misterioso vigilante tirò avanti per circa quattro numeri della sua omonima testata, fino a che con il #4 della stessa non si eclissò definitivamente. Da li ad un paio di anni infine la stessa Centaur purtroppo chiuderà anch'essa i battenti.

Gravestone, la nuova incarnazione di Fantom per la Malibu Comics. Anni '90 a go go!
Bisognerà aspettare gli anni '90 per rivedere il tenebroso Fantoman all'opera, stavolta ad opera della Malibu Comics, che ripescando dal limbo moltissimi degli eroi Centaur (tra cui Amazing Man e The Arrow) nel pieno stile kitsch di quegli anni, ribattezzò il povero Fantoman con il triste nome di Gravestone (Pietra Tombale o Lapide) e che oltre ad un discutibile e totale restyling del look, esibiva anche un inedito incremento dei poteri, tra cui quello dell'invisibilità, controllo mentale, superforza e teletrasporto.

DAREDEVIL
Daredevil Battles Hitler - july 1941 - Lev Gleason Publications
Il #1 di Daredevil esordisce col botto, nientemeno che contro il Führer. Numero datato
 luglio 1941, ben cinque mesi prima dell'ingresso degli Stati Uniti nel conflitto mondiale. 
Rimanendo in tema di vigilanti mascherati oscuri e silenti, non potevo non citare l'affascinante (quanto super abusato e riciclato nei Comics) Daredevil della Golden Age. Molti, tra i lettori occasionali e non, sanno sicuramente chi sia il Daredevil, o meglio dire Devil, dei fumetti e serie tv targate Marvel Universe, famoso eroe ed angelo custode di Hell's Kitchen, sotto la cui maschera scarlatta si nasconde il solerte avvocato cieco Matt Murdock. Però forse non tutti sanno che parecchi anni prima esisteva (e fino a prova contraria esiste ancora) un altro Daredevil...oserei dire l'originale Daredevil, forse uno dei più importanti Characters dei Comics anni '40, tutt'oggi ancora in voga e adottato in diverse produzioni a fumetti moderne.

Pagina di esordio, con tanto di origini, per Daredevil (Silver Streak #6). 
Da notare alcuni dettagli iniziali del costume (poi scomparsi) e la cromia, 
inizialmente gialla e blu, e poi successivamente modificata. 
Creato dal fumettista Jack Binder e dall'editor Jack Cole, Daredevil appare per la prima volta sulla rivista antologica Silver Streak #6 del settembre 1940, edito dalla Lev Gleason Publications.
Nato perlopiù come eroe in costume volto a fungere da contrasto o antagonista al cattivone della testata, il sedicente essere sovrannaturale The Claw, sarà destinato invece a proseguire molto più in la delle iniziali previsioni editoriali. Occultato sotto il costume (abbastanza moderno e cool) di Daredevil vi era Bart Hill, che in giovanissima età era divenuto muto a causa dello shock procuratogli dal brutale assassinio dei suoi genitori davanti ai suoi occhi...in più, i feroci assassini, non paghi dell'orrendo delitto, marchiarono a fuoco il petto del povero Bart, lasciandogli una vistosa cicatrice a forma di Boomerang sul lato sinistro. Cresciuto quindi orfano, il giovane farà diverse esperienze in giro per il mondo, divenendo tra le altre cose uno dei lanciatori di Boomerang più abili del pianeta, proprio per omaggiare in un certo modo la vistosa e traumatica cicatrice. Sentendosi ormai pronto all'azione adotterà (alla maniera di Batman) un totemico costume strettamente collegato al suo iniziale trauma, quindi, aiutato dai suoi letali Boomerang, darà il via alla sua feroce e vendicativa lotta verso ogni forma di malvagità e crimine.

Daredevil #13, albo d'esordio dei vispi e temerari Little Wise Guys. 
Destinato a durare soltanto l'arco di una singola storia contro il malefico The Claw, questo insolito e silente vigilante, come accennato pocanzi, ebbe invece un incredibile quanto inaspettato successo, portando lo stesso Jack Cole a rilanciarlo in pompa magna con tanto di testata personale.
In questa "nuova" versione l'identità di Bart Hill rimaneva intatta, come pure la foggia del costume e la famigerata cintura chiodata completa di Boomerang (l'unica variazione fu solo un cambio di colore, che passo dall'iniziale giallo/blu all'attuale rosso/blu). Ciò che invece veniva abbandonato senza quasi un perché, era il suo mutismo...difatti ora il nostro Bart poteva tranquillamente parlare, soprattutto quando si trovava nei colorati panni di Daredevil. Dopo un paio d'anni gli furono date persino delle nuove origini ad opera del fumettista Charles Biro (nuovo curatore al posto della coppia Cole/Binder) che nell'agosto del 1943, su Daredevil Comics #18, gli diede nientemeno che delle origini Australiane. In questa nuova origine Bart Hill sarà allevato e addestrato da una mistica tribù aborigena dell'outback australiano, che solo dopo un lunghissimo percorso di vita, donerà al giovane il suo leggendario costume/totem completo dei leggendari Boomerang.

L'eroico Daredevil, nell'interpretazione Vintage di Erik Larsen, sulle
 
pagine di Savage Dragon. In questa"nuova" versione il vetusto eroe 
potrà avere finalmente la sua rivincita contro l'odiato The Claw
Charles Biro in seguito introdusse anche degli importanti comprimari, i Little Wise Guys (Daredevil #13), una sorta di banda di ragazzini di strada simili alla Newsboy legion della DC, o alla rinomata banda di Yancy Street dei Fantastic Four, che accompagneranno da quel momento in poi, come vere e proprie eroiche spalle, le imprese del nostro Daredevil. Addirittura, ben due anni dopo, Biro alzò il tiro non facendosi scrupoli ad uccidere uno dei giovanissimi membri della banda, destino non da poco da riservare ad un ragazzino, seppur di carta. Evento traumatico questo che incredibilmente servirà ad empatizzare con il pubblico giovane dell'epoca, portandolo sempre più a tifare per questi piccoli scanzonati eroi, al punto tale che già verso la fine degli anni '40, con il sempre più accentuato disinteresse verso i super tizi mascherati, porterà questa banda di lesti ragazzini a prendere totalmente il sopravvento, facendo pian piano eclissare nell'ombra il povero Daredevil, ormai ridotto a mero narratore introduttivo alle avventure dei vispi Little Wise Guys. Dopo il #69, del dicembre 1950Daredevil smise di comparire anche solo come narratore introduttivo, sparendo del tutto per un annetto circa. Tornò brevemente l'anno successivo, salvo sparire definitivamente subito dopo, mentre Daredevil Comics continuò la sua corsa (senza di lui!) per altri cinque anni, arrivando a chiudere i battenti solo nel 1956 a seguito della completa chiusura e fallimento della Lev Gleason Publications.

The Death-Defying Devil, la nuova inquietante 
incarnazione di Daredevil,  firmata Alex Ross.
Come dicevo all'inizio, Daredevil vanta il maggior numero di ripescaggi della storia dei Comics, ad iniziare dalla sua comparsata alla fine degli anni '80, in virtù di ospite d'onore, sulle pagine di Femforce #45 e #50, e su Red Devil #1 del 1991. Un po di anni dopo, nel maggio del 2009, possiamo trovarlo (come comprimario) sulle pagine del Savage Dragon di Erik Larsen, edito dalla Image Comics, mentre sempre dello stesso anno è la sua presenza all'interno di Legends of the Golden Age, della Wild Cat Books. Ma la più importante (e sicuramente stravolgente) interpretazione, è quella che ci viene restituita dalle fervide menti di Alex Ross e Jim Krueger sul loro Project Superpowers (dynamite entertainment 2009) in cui il nostro Daredevil, qui ribattezzato The Death-Defying Devil, ritornerà nel distopico mondo moderno immaginato dalla coppia Ross/Krueger come una sorta di entità avatar/costume senziente, annullando di fatto l'origine umana che fu di Bart Hill
Una riscrittura affascinante e iconoclasta, dai sapori leggermente simbiotico/alieni in perfetto stile Venom/Spiderman, con l'aggiunta di qualche tocco sovrannaturale e mistico che nel contesto dell'intera opera non stona affatto. Notizia dell'ultima ora invece vede il lancio di una nuova serie in solitaria di Death Defying Devil, sempre per la Dynamite, a firma Gail Simone e Walter Geovani. L'uscita del #1 è prevista ad agosto 2019, impreziosita (ovviamente) dalle splendide cover di Alex Ross.


THE FACE
The Face, il vigilante mascherato che richiama
fortemente i Dottor Jekyll e Mister Hyde di Stevenson.
Più che un vero e proprio cappuccio, qui abbiamo una bella maschera mostruosa ad occultare l'identità del nostro prossimo vigilante mascherato, lo spaventoso e truce The Face.
La Columbia Comics nel 1940 era una casa editrice perlopiù specializzata in antologie e ristampe, e i suoi unici prodotti originali dedicati ai supereroi trovavano spazio sul magazine Big Shot Comics, nel cui primo numero, datato maggio 1940, oltre a Characters come Skyman, Marvelo, o Monarch the  Wizard, trovò spazio e luce anche lo spaventoso The Face.

Big Shot Comics #15 - Columbia Comics 1941
Una copertina di Big Shot Comics, in cui sulla colonnina di sinistra possiamo scorgere
un altro Character famoso della Columbia Comics, l'avventuriero volante Skyman.
Creato dall'artista Mort Bailey (che in precedenza aveva lavorato per la futura DC Comics insieme al creatore di SupermanJerry Siegel) e molto probabilmente scritto da Gardner Fox (futuro deus ex machina del rilancio di molti Characters National/DC negli anni '60 con la JLAThe Face era Tony Trent, annunciatore della stazione radio WSBC, che stufo delle continue notizie sulla criminalità che era costretto a leggere, decise che era giunto il momento di fare qualcosa. Ad aumentare il suo sdegno poi ci si mise anche un omicidio compiuto davanti ai suoi occhi da dei feroci criminali travestiti da poliziotti. Così, sempre più disgustato, il buon Tony si creo una maschera appositamente sgradevole e terrificante, con cui incutere un atavica paura nell'avversario di turno (un po sul modello terrorizzante adottato da Batman, che faceva proprio leva sulla vigliaccheria e sulla superstizione dei criminali). Il resto del look invece consisteva in un normalissimo smoking...e forse era proprio questo palese contrasto a renderlo più sinistro e disturbante. 
Una sorta di Mister Hyde, un mostro galantuomo, ma per nulla gentile con i criminali.
Ad aiutarlo nelle sue terrorizzanti imprese c'era il suo giovane segretario Babs Walsh, che ovviamente era a conoscenza della sua identità segreta. Diventato ormai una leggenda paurosa per il crimine tutto, The Face continuò la sua attività per lungo tempo, aiutando in ogni modo possibile la polizia locale.

Il The Face della Ace Comics. In questa copertina
una magistrale interpretazione del maestro Alex Toth.
Solo con il graduale disinteresse dell'editoria (e soprattutto dei lettori) verso il mondo dei super tizi mascherati, The Face, che comunque riportava ancora il suo nome su Big Shot Comics #62 del 1946, depose la sua diabolica maschera continuando le sue attività eroiche semplicemente come l'umile Tony Trent, perdendo cosi ogni aura di fascino e paura. Nella sua umile identità in borghese continuò la sua instancabile lotta fino al #104 di Big Shot Comics (agosto 1949) albo che sancì la fine della sua vita editoriale. Moltissimi anni dopo, negli anni '80, fu ripescato fugacemente dall'editore Ace Comics per una testata di soli tre numeri intitolata: "What is...the Face?". Operazione interessante, ma che durò troppo poco. Un vero peccato, visti alcuni nomi importanti del mondo dei comics che vi parteciparono...gente come Steve Ditko, Ron Frantz, Fred Guardiner, Joe Gill e Alex Toth!
Ma la sua rentrée più solenne è senz'altro quella del 2008 ad opera della Dynamite Entertainment su Project Superpowers, di cui la mente principale dietro l'operazione, l'artista Alex Ross, ebbe a dichiarare su The Face di averlo voluto fortemente nel suo cast di "recuperati" Characters in quanto assai affascinato dalla doppia natura di un giustiziere del genere, elegante e terrorizzante allo stesso tempo, una sorta di miscellanea tra due famosi Characters della DC Comics come The Creeper e Joker, figure emblematiche sempre sul filo della doppiezza, sia morale che psicologica.

L'inquietante (e quasi demoniaco) The Face di Project Superpowers.
In questa nuova incarnazione, The Face, dopo esser rimasto chiuso nel mistico vaso di Pandora durante l'ultimo conflitto mondiale insieme a molti altri suoi colleghi mascherati della Golden Age, verrà liberato ai giorni nostri acquisendo delle nuove facoltà e pseudo-poteri. Difatti ora l'effetto terrorizzante della sua maschera era decisamente amplificato...non più solo di suggestioni si trattava, ma di vere e proprie allucinazioni provocate nella mente dei suoi nemici e avversari semplicemente guardandoli negli occhi. Tutto questo però aveva un terribile scotto da pagare, e cioè quello di non potersi più togliere l'orrenda maschera, condannandolo di fatto ad avere un unico volto, arrivando a minare seriamente la sua sempre più precaria stabilità mentale.


THE CHALLENGER 
Pagina d'esordio, su Daring Mistery #7, per il maestro d'armi the Challenger.
Rimaniamo in territorio Golden Age facendo un salto in casa Marvel, all'epoca ancora chiamata Timely Comics, con il primo di due Characters abbastanza funzionali a questo nostro quarto appuntamento...ma iniziamo con il primo.
Creato dallo scrittore Roy Gill e l'artista George Klein, e apparso nel 1941 sul #7 di Daring Mistery, The Challenger era il mite studente di legge Bill Waring, che assistendo alla morte del padre per mano del Gangster chiamato Mr. Dram (che si era sentito minacciato dalla testimonianza in un processo di mafia da parte del padre del nostro Bill) giurò sul cadavere ancora caldo del genitore tremenda vendetta, iniziando da subito un lunghissimo viaggio intorno al mondo volto a cercare di imparare il più possibile e farne tesoro. Come un novello Bruce Wayne imparò tecniche di Ju-Jitsu in Giappone, rudimenti di chimica in Tibet, controllo sul respiro e sulle terminazioni nervose in India, tiro con l'arco in Germania e uso della spada in Francia...insomma, un intero campionario di nozioni che gli sarebbero tornate utili nella sua personalissima lotta alla criminalità.
Tornato in America riuscì dapprima a sgominare la Gang di Mr.Dram, vendicando di conseguenza suo padre, dopodiché, diventato ormai un vero e proprio giustiziere mascherato dal volto interamente celato, combatté contro lo strangolatore seriale (chiamato in maniera molto originale) Strangler, e in seguito affrontò e fermò lo scimmiesco ex pugile chiamato The Ape
Riuscì da solo persino a tener testa alla famigerata League of Crime, un gruppo di quattro criminali  specializzato ognuno in una particolare tecnica, misurandosi con loro uno alla volta e battendoli tutti usando le loro stesse specialità, dando cosi prova di una forte memoria fotografica e muscolare.

The Challenger, nella sua veste moderna, in una scena tratta dal recente
Secret Empire, mega evento distopico firmato dallo sceneggiatore Nick Spencer. 
Affrontando nel tempo altri singolari Super criminali, The Challenger terminò le sue avventure con un ultima piccola comparsata sulle pagine di Mistery Comics #6 e #10 del 1942, dopodiché se ne persero le tracce. Fu ripescato soltanto nel 1976 sul #29 di Marvel Premiere (Marvel) in una storia ambientata durante la seconda guerra mondiale, in cui potevamo trovarlo in compagnia della squadra denominata Liberty Legion, un super team composto dai migliori eroi della Golden Age del periodo
Timely. In tempi abbastanza recenti un Challenger inspiegabilmente balzato in avanti negli anni si trovò a collaborare, dopo la famosa e triste Guerra Civile dei super eroi Marvel messa in piedi dallo scrittore Mark Millar nel 2007, all'iniziativa dei 50 stati indetta dal governo federale in seguito alla registrazione dei Super Eroi, divenendo a conti fatti una riserva potenziale per la causa utopica messa in piedi da Tony Stark e i suoi.


MOON MAN
Moon Man - Mystic Comics #5 Timely Comics 1941
Il placido ed eccentrico Moon Man in attesa di un
crimine, comodamente seduto sulla sua poltrona preferita.
Il secondo Character targato Timely Comics è Moon Man, che nasce perlopiù (come tanti altri eroi Timely del periodo) come il classico soggetto in costume usato esclusivamente per la propaganda di reclutamento durante la seconda guerra mondiale, dove spesso questi stessi eroi mascherati scendevano in campo, raggiungendo di "persona" il vero e proprio conflitto che infuriava in quel momento in Europa...e questo particolare avrà una certa importanza sul finale...ma andiamo con ordine.

Moon Man - mystic comics #5 Timely 1941
Mystic Comics #5, albo di esordio per Moon Man. In copertina
 spicca il Character di punta della rivista, il vigoroso Black Marvel.
Moon Man esordisce nel marzo del 1941 su Mystic Comics #5 della Timely Comics, ad opera del fumettista Fred Guardiner, che non ha mai rivelato chi si nascondesse sotto il misterioso cappuccio di questo giustiziere lunare. Si sa solo che chiunque fosse, questo eccentrico vigilante della luna era un uomo molto ricco, e possedeva un lussuoso attico in pieno centro città completo di un funzionale garage segreto usato per le sue eroiche operazioni. Character piuttosto singolare e lunatico, proprio come recita il suo nome di battaglia, e con la stranissima caratteristica di non essere mai apparso senza indosso il suo costume, con cui invece svolgeva quasi ogni mansione all'interno della sua lussuosa e ampia abitazione. Una completa fusione con il suo costume dunque, che supera di gran lunga quella dell'uomo pipistrello di casa DC. Sempre all'erta, Moon Man era solito entrare in azione soprattutto al sorgere della luna, suo fedele ed indissolubile confortante Avatar. Questa abitudine, per quanto si poteva leggere, non era però legata a nessuna connessione o incremento delle sue facoltà dovuta ai raggi lunare, apparendo quindi egli solo un normale essere umano dotato di una spiccata intelligenza e forza atletica, e in più grande conoscitore di diverse nozioni scientifiche. Nelle notti di luna piena era quindi solito partire a bordo della sua potente e attrezzata Roadster, che grazie ad un passaggio segreto collegato ad un magazzino sotterraneo, gli permetteva di poter partire per le sue imprese senza essere visto da nessuno degli abitanti del lussuoso grattacielo.

Moon Man rientra comodamente nel suo nascondiglio
 segreto dopo una delle sue infaticabili ronde notturne.
Protagonista di una sola mitica storia, ma che diceva già abbastanza affascinando al tempo stesso, Moon Man verrà ripescato dall'oblio dalla stessa Marvel solo nel 2011 sulle pagine di All Winners Squad: Band of Heroes #5, miniserie in cui venivano narrate, tramite un intelligente operazione di Retcon, le imprese, durante la seconda guerra mondiale, di una variegata squadra di eroi in costume arruolati dall'esercito americano e spediti direttamente al fronte. Moon Man era tra questi, e sotto il comando dello stesso Captain America, servì il proprio paese nell'unità specializzata denominata Enhaced Soldiers (detta anche Crazy Sues) combattendo insieme ai suoi sodali nella campagna di Guadalcanal atta a contrastare l'avanzata dell'esercito Giapponese. Successivamente si trovò a combattere anche sul fronte Europeo partecipando al tristemente famoso sbarco in Normandia. Liberata la Francia, nel Giugno del 1944, il placido Moon Man e gli altri marciarono verso il Belgio, dove in un uno sperduto villaggio trovarono una forte opposizione da parte di alcune sacche di resistenza Tedesche. Sarà proprio durante questo feroce combattimento che un proiettile vagante colpirà alla gola il povero Moon Man, che nonostante il disperato intervento dei compagni d'arme, troverà un inaspettata, quanto tragica, morte.
La tragica morte di Moon Man durante la sua militanza con gli Enhaced Soldiers.
Questa è l'ultima apparizione, seppur retrodatata, dell'uomo della luna. Una morte ingloriosa? poco epica? forse l'essersi trovato lontano dai raggi lunari lo aveva reso lento e vulnerabile? Chissà...una cosa è certa, questo interessante Character, con tutte le sue singolarità, schizofrenie, piccole manie, e rapporti (forse) simbiotici con il noto satellite, fu di sicura ispirazione per il ben più famoso anti eroe Marveliano di cui andrò a parlare ora...



MOON KNIGHT
Il primo numero di Moon Knight in solitaria. Gia in questa copertina
erano rappresentate le diverse identità o personalità di Marc Spector.
Il cavaliere lunare della Marvel a ben guardare, oltre ad avere dei forti collegamenti con il precedente Moon Man, ha sicuramente anche delle affinità con il Cavaliere Oscuro della DC. Innanzitutto è interessante questa dicotomia tra i due, uno cavaliere della luce (Moon Knight) l'altro cavaliere delle tenebre (Batman). Entrambi hanno una barca di soldi, entrambi sono provvisti di numerosissimi gadget finanziati da quei stessi soldi, entrambi sono circondati da bellissime donne, ed entrambi sono amanti della notte e del picchiare duro i criminali di turno nel corso delle loro missioni e indagini.

Werewolf by Night #32 - Marvel comics
L'esordio assoluto di Moon Knight negli anni '70
(come cattivo) sulle pagine di Werewolf by Night. 
Moon Knight vede la luce nell'agosto del 1975, ad opera dello sceneggiatore Doug Moench e dell'artista Herb Trimpe sulle pagine di Werewolf by Night #32, dove inizialmente fungeva da antagonista per il protagonista della testata, il lupo mannaro Jack Russell.
Sotto il cangiante costume e cappuccio di Moon Knight si nasconde Marc Spector, inizialmente un mercenario, che a seguito di una spedizione in Egitto, troverà la morte e la resurrezione ad opera del dio lunare Konshu, di cui diverrà in seguito uno strenuo servitore e avatar in terra. Deciderà in seguito di investire in borsa i soldi guadagnati durante la sua attività di mercenario, strategia questa che gli porterà un enorme fortuna, decidendo di conseguenza di costruirsi una delle sue prime identità, quella del miliardario Steven Grant. Coadiuvato dall'enorme ricchezza in possesso, la carriera di vigilante notturno in nome del dio Konshu decollerà sempre più, tra missioni in solitaria e brevi affiliazioni a diversi gruppi o team del Marvel Universe (tra cui i prestigiosi Avengers) arrivando ad avere una sua personalissima testata che durerà, tra azzeramenti e rilanci, fino ai giorni nostri.

Moon Knight #21 - 1990 Marvel Comics
Il #21 di Marc Spector: Moon Knight, di Chuck Dixon e Sal Velluto (1990).
Moon Knight svolgerà le sue imprese segrete sempre afflitto da singolari turbe mentali al limite del Borderline, un po come accadeva in maniera più "dolce" per il Moon Man della Golden Age, ma a differenza di quest'ultimo, Moon Knight riceve dalla luna un vero e proprio incremento delle sue capacità, portandolo in certi casi ad avere quasi un effettiva super forza e invulnerabilità.
Interessante notare come la citata natura Borderline del soggetto abbia negli anni prodotto un vero e proprio disturbo dissociativo della personalità di Marc Spector, al punto che i continui travestimenti e identità segrete (un po alla maniera del The Shadow di Walter b. Gibson) sono stati usati da recenti autori come una sorta di scusante per rendere Spector un "pazzo" geniale. Dopotutto anche Batman, a ben guardare, non potrebbe esimersi da tale diagnosi...difatti per molti psicologi della vita reale, lo stesso Cavaliere Oscuro, nel vestirsi in tale foggia, o nella sua natura più intrinseca legata alla sua sacra missione vendicativa, andrebbe anche lui giudicato come un soggetto ai limiti della sanità mentale.
Una tavola tratta da Moon Knight #14 (2017) di Jeff Lemire 
e Greg Smallwood. Gestione questa che approfondisce ancor 
di più il lato dissociativo delle diverse identità di Marc Spector.
Ma questi sono solo Comics, intrattenimento colto e spensierato, non la grigia vita reale con tutti i suoi problemi, e quindi noi altri ce ne freghiamo e andiamo avanti. Se questi due incappucciati amanti della notte siano pazzi o no, poco importa...sono affascinanti oltre ogni misura, e tanto basta per qualsiasi amante dell'arte sequenziale. E poi come non potrebbe essere affascinante un Moon Knight che ama presentarsi ai suoi nemici in perfetto smoking bianco (una delle sue diverse incarnazioni, Mr.Knight) in stile Fantômas, piuttosto che mimetizzarsi nelle ombre e nell'oscurità come invece ama fare l'oscuro crociato incappucciato della DC?

L'elegante e sinistro Mr.Knight di Warren Ellis e Declan 
Shalvey non ama nascondersi quando si presenta al nemico. 
Complicato ed affascinante quanto la sua mente contorta, Spector/Moon Knight ha goduto in tempi recenti di interessantissimi e maturi adattamenti editoriali di successo, di cui senz'altro quello più suggestivo è quello risalente all'ultimo periodo, iniziato all'incirca nel 2014, con il ciclo dell'eclettico sceneggiatore britannico Warren Ellis, proseguito poi da Brian Wood e Cullen Bunn, fino ad arrivare al 2017 con la linea Marvel Legacy e la run del quotatissimo sceneggiatore Jeff Lemire.


THE SHROUD (SUDARIO)
Il #3 delle avventure solitarie di The Shroud, datato maggio 1994.
Maximilian Quincy Cleridge aka The Shroud (Sudario) appare per la prima volta su Super Villain Team Up #5 dell'aprile 1976, ad opera dello sceneggiatore Steve Englehart, che sin dall'inizio non nasconderà mai il fatto di aver creato questo Character come palese omaggio a Batman e al The Shadow delle riviste Pulp.
Super villain team up - 1976 Marvel Comics
L'esordio trionfale di The Shroud su Super-Villain Team-Up inizia col
botto, abbattendo nientemeno che il tiranno di Latveria, il Doctor Doom!
Già dalle origini di questo Character l'accostamento all'uomo pipistrello è sinceramente innegabile.
Intanto, da ragazzo, Quincy assiste alla morte violenta dei suoi genitori, evento questo che lo porterà a combattere il crimine violento per il resto della sua vita.
In seguito si unirà al misterioso gruppo del culto di Kalì, che gli insegnerà l'arte del combattimento e dell'occultamento, e che sul finale dell'addestramento lo renderà cieco imprimendogli a fuoco sul viso il sacro marchio di Kalì (interessante l'analogia con il marchio a fuoco subito anche dal Daredevil della Golden Age). Marchio ed handicap da cui però trarrà un vantaggio, quello di poter entrare in contatto con una sorta di consapevolezza extra-dimensionale che lo aiuterà molto nella sua nuova attività di solerte vigilante notturno, dandogli addirittura la possibilità di vedere attraverso muri ed oggetti. Più in là, in seguito ad un incidente e all'esposizione di un particolare raggio scatenato dal criminale nazista Red Skull, scoprirà di essere in possesso della capacità di attingere e controllare la cosiddetta Dark Force o forza oscura, che userà come una vera e propria fonte energetica da cui trarre potere e protezione.

Marvel Team-Up #94 (1980) di Steven Grant e Mike Zeck vede The
 Shroud contrapporsi addirittura a Spiderman. Il solito incontro 
scontro che ovviamente finirà in una stretta di mano amichevole.
Ovviamente The Shroud non disdegna l'utilizzo di gadget di varia natura e velivoli di sua invenzione, o il ricorrere ai cari vecchi pugni o alle arti marziali, durante le sue lunghe ronde notturne.
Da segnalare poi come menzione d'onore il suo aver quasi accoppato il tirannico sovrano di Latveria, Doctor Doom, durante una delle sue prime missioni...e se in tanti anni di onesta carriera nemmeno i Fantastic Four si erano avvicinati tanto ad un simile risultato, il fatto rende The Shroud un eroe da non sottovalutare e assolutamente da non inserire tra quegli eroi di serie B che infestano il vasto universo Marvel. E a proposito di vigilanti mascherati Marvel di serie B...


NIGHTWATCH
Nightwatch #1 Marvel Comics 1994
Nightwatch #1 vol.1 dell'aprile del 1994. Già da una
 cover simile sono chiari gli intenti e gli "omaggi".
Creato dallo sceneggiatore Terry Kavanaugh nel febbraio del 1993 sulle colorate pagine di Web of Spiderman #97, Nightwatch era il dottor Kevin Trench, che dopo essere stato testimone della morte di un misterioso uomo in costume, scoprirà, smascherandolo, che quell'uomo è incredibilmente una versione proveniente dal futuro di sé stesso. Appropriatosi quindi del mirabilante futuristico costume, fuggirà su di una sperduta isola deserta onde capire qualcosa in più sull'incredibile vicenda, fino a che, col passare del tempo, realizzerà di non poter sfuggire al proprio destino già scritto, iniziando così la sua nuova vita come il vigilante mascherato denominato Nightwtach.

Nigthwatch e Spawn a confronto. Ogni ulteriore commento è superfluo! 
Facente parte del ricco cast di comprimari e mezze tacche popolanti l'universo del famoso arrampicamuri, Nightwatch godrà successivamente persino di un operazione di retcon e conseguente rilancio nel 2015, sulle pagine di She-Hulk. Oltre al lungo mantello e al cappuccio sono perlomeno da segnalare, come mera curiosità, i guanti con spuntoni ai lati, chiara scopiazzatura tarocca dei ben più famosi guanti del crociato incappucciato della DC. (anche se in verità il look di Nightwatch si avvicina più allo Spawn di Todd McFarlaine che a Batman). E dato che siamo in tema di tarocchi, avanti con il prossimo ed ultimo Marvel Fake...



PROWLER
Il minaccioso Prowler #1 (1994) di Carl Potts e Bill Reinhold.
Prowler è un altro di quei Characters, o numerosi vigilanti notturni di serie B, che la Marvel generò nel corso degli anni. Anche in questo caso (come per Nigthwatch) questo Character segnò il suo debutto sulle pagine di Spiderman, precisamente su Amazing Spiderman #78 del novembre 1969, ad opera del sorridente Stan Lee e del muscolare John Buscema.

Amazing Spiderman #78 Marvel Comics 1969
John Romita Sr. illustra l'esordio pericoloso di 
Prowler su Amazing Spiderman #78 del 1969.
Prowler è Hobie Brown, umile lavavetri (quindi stavolta niente milionari o inventori) che ispirato dalle incredibili gesta dei numerosi Supereroi della città di New York, si creerà una speciale tuta modificando semplicemente la sua attrezzatura per il lavaggio dei vetri. Inizialmente la sua carriera partirà come uno dei tanti Villain di Spiderman, e soltanto in seguito si redimerà diventando una sorta di vigilante notturno picchia cattivoni. Per concludere, unica segnalazione degna di nota su questo modesto vigilante, è senz'altro il ruolo giocato di recente nel lungometraggio animato di successo della Sony, Spiderman: into the Spider-Verse (Spiderman: un nuovo universo) che gli ha restituito nuovo lustro e fascino, facendolo emergere un poco di più dal marasma dei supereroi di seconda categoria. E dato che siamo scesi in categorie più basse...


SOLITAIRE
Un brutale Solitaire sul #1 della sua omonima testata. 
Fondamentalmente rimaniamo sempre in casa Marvel, visto che la Malibu Comics a suo tempo fu acquisita proprio dalla casa delle idee, spendendo due parole per Solitaire, Character creato nel 1993 da Gerard Jones e Jeff Johnson. Serie durata solo dodici numeri in cui si narravano le disavventure di Nicholas Lane, figlio di un milionario signorotto della criminalità del defunto Ultraverse della Malibu, e che a seguito di un "procurato" incidente in auto, deciderà di intraprendere una triste e solitaria carriera da vigilante in maschera. Solitaire, quasi un antieroe, viveva la sua quotidianità muovendosi in in contesti spesso morbosi, fatti di violenza urbana, droga, abusi sessuali, contrabbando, prostituzione...insomma, un bel campionario di nefandezze umane degne della peggior Ghotam City. Il nostro, tipico combattente che amava agire in totale solitudine (come appunto recita il suo nome) faceva molto leva sulla sua abilità di detective, amando spesso confondersi nella folla o nelle strade buie della sua città, e servendosi di una fitta rete di informatori che lo aiutavano ben volentieri nella sua isolata crociata contro la corruzione dilagante, soprattutto quella rappresentata dal suo rinnegato padre, reo secondo lui di averlo in passato controllato mentalmente e quasi portato alla morte.

In questa illustrazione per delle carte da gioco a tema su Solitaire, si puo notare anche
una certa somiglianza con uno dei Villains di Batman, il mercenario Deathstroke.
Dotato di una sorta di fattore di guarigione basato sulle nano macchine, che gli consentiva anche di resistere a colpi di pistola o fendenti all'arma bianca, Solitaire era anche un formidabile esperto del combattimento corpo a corpo ed un abilissimo tiratore con qualsiasi arma da fuoco, disponendo in più di un vasto arsenale di gadget, armi, velivoli e quant'altro, costruiti e finanziati grazie alle sue ingenti ricchezze ereditate a suo tempo dall'odiato padre. E dato che di crimini e criminali si sta parlando...


NEMESIS
Nemesis #1 Icon Comics/Marvel 2010
L'irruente entrata a gamba tesa nel mondo dei Comics da parte di Nemesis (2010).
Per concludere questo lungo excursus sugli incappucciati Batmaniani, slittiamo in questo finale verso la categoria dei Villains et similia...eh si, anche tra i Supercriminali possiamo trovare dei Characters degni di finire in questa lista.
Il primo è questo Nemesis, violento antieroe (anche se questo termine gli va decisamente stretto) creato nel 2010 dal poliedrico sceneggiatore Mark Millar (kick-ass, civil war, old man logan) e dal talentuoso artista Steve McNiven, per la Icon Comics, filiale creator-owned della Marvel, e bacino confortante in cui differenti artisti ed autori possono esprimersi liberamente,  senza essere per forza vincolati da restrittivi contratti diretti con la stessa casa delle idee. 
Lanciato con lo slogan: "E se Batman fosse il Joker?", Nemesis narra i tremendi atti di violenza del ricco e annoiato Matt Anderson, che dopo il suicidio del padre deciderà di viaggiare in giro per il mondo apprendendo ogni tecnica di combattimento, coercizione mentale, e strategia criminale mutuata dai diversi cartelli criminali con cui entrerà in contatto nel suo pellegrinare.
Tornato in patria lancerà la sua terribile e macchiavellica sfida sanguinaria alle autorità tutte, dalla polizia locale all'FBI, passando persino per le alte cariche dello stato, arrivando financo allo stesso  presidente degli Stati Uniti.
Sorta di Batman all'incontrario, Nemesis porta a chiederci cosa succederebbe se una mente geniale come quella di Bruce Wayne/Batman, in più dotata di ricchezze e mezzi illimitati, decidesse all'improvviso di muovere guerra all'intera comunità...riusciremmo a fermarlo?

Nemesis non perde certo tempo in chiacchiere quando 
si tratta di pestare a sangue dei solerti poliziotti.
Questa specie di luciferino Fantômas mascherato, che scatena orrori e tragedie reali e sanguinarie più di qualsiasi Supervillain o minaccia aliena, spaccherà in due l'intera comunità del mondo dei Comics,  regalando però al tempo stesso l'ennesimo successo editoriale al suo iconoclasta creatore, al punto che si vocifera di un imminente serie tv targata Netflix, grazie all'acquisizione da parte della major dello streaming del cosiddetto Millarworld, enorme universo condiviso composto da tutte le creazioni dello scrittore scozzese.


BRICKBAT
Il buffo e sinistro BrickBat alle prese con il suo acerrimo nemico, il vigilante 711.
Concludiamo questa parentesi dedicata ai Villains incappucciati, ed anche l'intera lista, con un altro criminale, più sornione e tranquillo rispetto al precedente Nemesis, ma non per questo meno letale.
Sto parlando di Brickbat, gangster e ladro alla bisogna, che a volte si dilettava ad uccidere (o solo tramortire) i poveri cittadini innocenti della comunità, servendosi spesso di oggetti contundenti simili a mattoni...ma non di semplici pezzi di tufo o cemento si trattava, bensì di particolari blocchi contenenti uno speciale gas velenoso! Questo (un po) ridicolo Villain, addobbato con un elegante vestito ed un improbabile maschera in stile Batman sul viso, nasce nel 1942 sulle pagine di Police Comics #5 della Quality Comics, trovando nello stesso numero la sua (in)degna fine per mano del singolare e taciturno giustiziere chiamato 711. Un vero peccato, chissà quali sviluppi interessanti si sarebbero potuti ottenere da un super (?!) cattivo di tale fattura...
Ebbene, con questo ultimo appunto sui Villains incappucciati che facevano, e fanno, il verso al caro Bats, si conclude anche questo quarto appuntamento dedicato agli 80 anni del nostro cavaliere oscuro. Sperando di aver fatto cosa gradita, e di non avervi tramortito con questo fiume in piena di colorati e improbabili emuli incappucciati, vi do appuntamento al prossimo viaggio. Quindi, sempre in attesa dell'accensione di un qualsivoglia Bat-segnale, rimanete sintonizzati su queste pagine.

(P.S. per chi avesse perso i precedenti approfondimenti, clicchi qui, qui, e qui.)                                                                                                           

Link alle opere citate:
PROJECT SUPERPOWERS- Alex Ross, Jim Krueger 

PROJECT SUPERPOWERS: THE DEATH DEFYING DEVIL #1 VOL.1 - Joe Casey, Alex Ross, Edgar Salazar

SECRET EMPIRE OMNIBUS- Nick Spencer, Steve McNiven, Leinil Francis Yu, Andrea Sorrentino, AAVV

ALL-WINNERS SQUAD: BAND OF HEROES - Paul Jenkins, Carmine Di Giandomenico

MOON KNIGHT: DALLA MORTE - Warren Ellis, Declan Shalvey

MOON KNIGHT: NASCITA E MORTE - Jeff Lemire, Greg Smallwood

NEMESIS - Mark Millar, Steve McNiven

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