Negli anni '40 fioccavano le riviste ed i magazine Pulp dedicati ad avventurieri volanti ed assi dell'aviazione. Roba come la testata Air Wonder Stories, il programma radiofonico Captain Midnight, o l'eroe dei Comics a tema aereo Smilin'Jack. Quindi sorge spontanea una domanda...come diavolo ci era finito un mostruoso e gigantesco essere composto da muschio e licheni lassù tra le nuvole in mezzo a cotanti valorosi aviatori?!? Semplicemente perché questo pezzo di letame e fanghiglia un tempo era anch'egli un formidabile pilota dell'aviazione tedesca durante la prima guerra mondiale, che dopo un malaugurato incidente in volo, riuscirà a tornare più in là nel tempo sotto forma di mostruosa creatura...l'enorme essere argilloso e muschioso chiamato The Heap!
Antesignano e precursore di importanti Characters vegetali come Swamp Thing (DC) o Man-thing (Marvel), The Heap fu concepito dallo scrittore Harry Stein e dall'artista Mort Leav nel dicembre del 1942, sul #3 di Air Fighters, rivista a fumetti della Hillman Periodicals, dove perlopiù erano narrate le avventure dell'eroe a fumetti di punta della casa editrice, l'eroico aviatore Skywolf.
In questa prima apparizione The Heap è ancora il pilota e barone Eric Von Emmelman, che abbattuto sui cieli della Polonia nel 1918, precipiterà rovinosamente in una sperduta palude situata tra desolate e gelide pianure sabbiose. Qui, moribondo e immerso totalmente nelle stagnanti melme della fetida palude, farà appello alle sue ultime forze vitali tramite un innata quanto insperata forza di volontà, e pur fondendosi sempre più con la palude stessa, il suo desiderio di tornare tra gli esseri umani riuscirà a prevalere su tutto. Nelle ultime pagine di Air Fighters #3 infatti lo si vedrà "tornare" nel mondo delle creature senzienti nella sua nuova triste forma vegetale ambulante, dopo ben vent'anni (narrativi) passati ad ammuffire nel fondo della palude, tra funghi, licheni, muffe e quant'altro di putrido si potesse trovare nei paraggi. Ma come era avvenuto questo incredibile ritorno?
Si da il caso che il nostro povero (ex) barone non fosse caduto in una semplice palude qualsiasi, ma bensì nella mistica e leggendaria palude di Wausau, situata vicina al piccolo e sperduto villaggio di Rodz. Qui, la stessa madre natura – identificabile con la Dea dei raccolti e dell'agricoltura Cerere –volendo premiare la sua indomita volontà, venne in suo aiuto salvandolo da morte certa, trasformandolo successivamente nel suo muffito "campione" del bene, sempre pronto a sgominare per lei ogni forma di malvagità sulla terra.
Le prime origini di The Heap su Air Fighters #3. Notare come il colore iniziale della creatura fosse il bianco, in seguito poi cambiato da marrone a verde. |
Nei lunghi vent'anni passati tra le mortifere acque melmose, il corpo del fu barone ebbe modo di "miscelarsi" con le fiorenti forme di vita vegetali della palude e con i terreni circostanti, traendone forma e sostanza nel suo nuovo gigantesco informe corpo, che per sopravvivere necessitava di "drenare", direttamente dal sangue di piccoli o grossi animali selvatici, il giusto apporto di ossigeno di cui aveva bisogno per tenere in vita il suo enorme sistema circolatorio linfatico. Nonostante questo continuo fabbisogno energetico particolare, la disgraziata creatura non attaccava mai gli esseri umani, a meno che non ne fosse costretto – soprattutto se si trattava di crudeli criminali – andandosi a creare nel tempo una certa fama sinistra e mitologica – un po' come lo Yeti o Sasquatch – che passava dai freddi territori Europei e arrivava fino in Asia. Nel suo lungo tragico peregrinare la triste parodia umanoide ebbe modo di fare diversi significativi incontri; il primo fu quello con la perduta moglie, la baronessa Von Emmelman, che lasciata l'Europa a causa della guerra, era nel tempo divenuta un infermiera sul campo subito dopo la presunta morte del marito, che ora, per assurdo, si ritrovava davanti nelle incredibili fattezze dell'enorme Golem! Purtroppo la comunicazione tra i due non fu delle migliori, in quanto il nostro mostro non sapeva proferire che delle sgrammaticate vocali. Per di più il breve incontro si chiuse tragicamente, in quanto la poverina trovò la morte per via di un colpo di fucile sparato da dei soldati Giapponesi, lasciando dunque il povero Heap/Von Emmelman nuovamente solo, con in più la triste certezza di esser rimasto ormai l'ultimo della sua gloriosa Teutonica dinastia.
La tragica morte della Baronessa Von Emmelman sul #10 di Air Fighters. Primo vero momento di phatos per la tragica melmosa creatura. |
The Heap e il suo amichetto Rickie Wood giocano con gli aereoplanini in onore dei vecchi tempi... |
Forse vi chiederete come facesse un pagliaio gigante umanoide a competere in guerra con tali eroi, soldati e affini...beh, The Heap, nonostante il suo colossale presentarsi, possedeva un incredibile velocità e una forza sovrumana non indifferente, ed era in grado di resistere ai peggiori colpi d'arma da fuoco o i più letali fendenti all'arma bianca, riuscendo sempre e prontamente ad auto-ripararsi. Inoltre poteva fondersi in maniera quasi istantanea con la terra circostante, o mimetizzarsi perfettamente con qualsiasi tipo di fogliame o vegetazione, riuscendo nel contempo ad apparire furtivamente, ed in maniera inquietante, alle spalle del nemico di turno, che come è facile intuire, non avrebbe fatto certo una bella fine.
Copertina di Airboy Comics #81. Proprio su questa rivista, precisamente sul #10 vol.7 del novembre 1950, verranno rinarrate le origini di The Heap, divenuto nel frattempo verde. |
Editorialmente The Heap ebbe una vita interessante e variegata. Nato quasi per caso sulle pagine di Air Fighters, via via che i mesi passavano riscosse invece un sempre più crescente apprezzamento da parte dei lettori dell'epoca, che in lui vedevano quasi un bonaccione privo di mente che esercitava violenza solo per necessità vitali (il famigerato "drenaggio") e per punire i malvagi.
Con il finire della seconda guerra mondiale l'esistenza di Eroi e Piloti d'aereo – quindi Characters come il citato Skywolf – non ebbero più motivo di esistere, indi per cui furono bellamente pensionati o spediti nell'oblio degli eroi di pubblico dominio della Golden Age. A questa fisiologica purga editoriale solo uno di questi Characters "volanti" sopravvisse. Costui era il giovane Airboy, che con il passare del tempo, vide la stessa Air Fighters trasformarsi in suo onore in Airboy Comics.
The Heap, trovatosi a galleggiare – da brava muffa di stagno qual era – in mezzo a questi epocali cambiamenti, approfittò della nuova situazione andatasi a creare per guadagnarsi una serie tutta sua all'interno del nuovo Airboy Comics (#9 ottobre 1946) e con l'arrivo degli anni '50, con l'esplosione delle prime riviste e dei primi Comics a tema Horror, il nostro mostruoso fungo ambulante riuscì persino a strappare qualche tagliando di presenza sulle copertine di Airboy Comics. Tutto questo fino al numero finale della rivista, datato maggio 1953, anno in cui la stessa Hillmann Periodicals chiuse tutti i ponti con il mondo colorato dei Comics, dedicandosi da quel momento in poi completamente a tutt'altro (cinema, attualità, politica, economia, etc etc).
Nel 1954/55 però l'autorità di regolamentazione del codice dei fumetti, il famigerato Comics Code Authority, pose definitivamente fine ad ogni forma di espressione cartacea legata al mondo Horror, decretando così la fine per tutte quelle creature simili a The Heap nate in quegli stessi anni.
La bellissima Splash-Page a mezza tinta dell'artista Gray Morrow che presentò per la prima volta Man-Thing, la creatura paludare firmata Marvel nata sulle pagine di Savage Tales #1 del maggio 1971. |
Bisognerà attendere l'inizio dei ben più liberali anni '70 – complice anche un atteggiamento più rilassato da parte del Comics Code – per poter rivedere qualche essere mostruoso, violento, terrificante o patetico che fosse...sono difatti di inizio anni '70 le nascite dei due famosi Characters citati all'inizio: il Man-Thing della Marvel Comics (Savage Tales #1 maggio 1971) e lo Swamp-Thing della DC Comics (House of Secret #92 luglio 1971). Due teste di serie paludose che, con uno scarto di pochi mesi l'uno dall'altro, si rincorrevano e sfidavano per aggiudicarsi l'ambita marcita palma come miglior umanoide vegetale (simpatica diatriba che tuttora perdura). In tutto questo, il loro fratello maggiore – o "padre" putativo – non stava certo a guardare, e fregandoli di qualche mese, nel marzo del 1971, sul secondo numero del Magazine Psycho – una sorta di contenitore in stile Mad o Vampirella – e stampato in bianco e nero dalla Skywald Publications, ebbe modo di fare la sua ricomparsa un nuovo rinnovato The Heap!
L'evocativo bianco nero delle graffianti chine di Ross Andru, ci mostra quanto questo nuovo The Heap fosse più figlio degli scarti e della putredine, che delle melme paludose esistenti in natura. |
Questo "nuovo" The Heap però non aveva nulla in comune con le prime origini (il barone, l'aviazione, le dea Cerere) muovendosi su binari decisamente più "forti" e Horror. Scritto inizialmente dallo sceneggiatore Charles McNaughton, coadiuvato ai disegni dal veterano Marvel Ross Andru, verrà in seguito sostituito alle sceneggiature proprio da quest'ultimo, il quale affiderà poco dopo gli inchiostri al suo talentuoso aiutante Pablo Marcos. In questa nuova versione The Heap riuscì anche ad ottenere una rivista tutta sua nel settembre del 1971 con lo One-Shot The Heap #1, firmato da Robert Kanigher e Tom Sutton, e in cui si cercavano di rinarrare nuove origini per il putrescente mostro. In questa nuova veste editoriale, e interamente a colori, firmata Skywald, sotto le squame putrescenti e verdognole del lacustre energumeno, si celava un tempo l'identità del pilota di aerei Jim Roberts, che a seguito di uno schianto vicino ad una discarica di rifiuti tossici, verrà orribilmente mutilato e trasformato nella mostruosa e patetica caricatura umana.
Fin qui, tolto l'elemento radioattivo tossico – ben più realistico dell'intervento di una Dea – queste origini sembravano non molto distanti da quelle del periodo Golden Age...se non fosse che stavolta, sia origini che dinamiche comportamentali del mostro, possedevano una marcia in più rispetto all'originale anni '40. Questo The Heap infatti era una creatura si tragica, ma dotata di un intelligenza superiore e spiccate capacità di ragionamento, che riusciva ad elaborare pensieri molto complessi ed angoscianti che puntualmente condivideva con il pubblico, andando perciò a creare una sorta di empatia che portava il lettore ad accompagnare il mostro nella sua affannosa e insperata ricerca di una cura – o persino una sorta di eutanasia – per il tragico stato fisico in cui egli versava.
Ma un momento, fermi tutti! ...questa storia ricorda qualcosa...
Il patetico e triste Swamp Thing degli esordi impreziosito dalle evocative immagini del maestro Berni Wrightson. |
Se forse siete tra coloro che hanno recentemente visionato la serie Tv di Swamp-Thing (ora tragicamente cancellata) trasmessa sulla piattaforma streaming del gruppo Warner/DC Universe, o che magari leggono le vicende cartacee dello stesso, o del suo (quasi) rivale della Marvel, Man-Thing, queste nuove origini del paludoso The Heap vi avranno senz'altro riportato alla mente le stesse peripezie e gli stessi dilemmi tragici dei due verdi Characters firmati DC/Marvel.
Beh, forse una piccola spiegazione c'è...perlomeno prendendo in considerazione il solo Man-Thing.
La cosa andò più o meno cosi: qualche tempo prima del rilancio targato Skywald, lo scrittore Marvel Roy Thomas, grande fan del The Heap originario (anni '40) e in quel momento proprio al lavoro su Man-Thing, ebbe modo di incontrarsi con Sal Brodsky, fumettista ed ex storico Editor per la Marvel, a quel tempo uscito da pochissimo tempo dalla casa delle idee, e assai lesto nel co-fondare quella che sarebbe divenuta la Skywald Publications. In quell'incontro Thomas suggerì al buon Brodsky qualche idea per il rilancio in grande stile di qualche interessante Characters del lontano passato, e visto il grande amore che Thomas nutriva per il "mostrone" della Hillman, spinse proprio ad un recupero di quest'ultimo da parte di Brodsky e i suoi. Brodsky ovviamente accettò, e da quel momento, in totale segretezza – visto il contratto di esclusiva che lo legava alla Marvel – Thomas iniziò a fungere da pseudo Ghost Writer per le idee di Brodsky e dell'intera Skywald...idee da poter applicare al neonato The Heap! Quanto delle trovate di Thomas finirono realmente sul The Heap della Skywald non ci è dato sapere, ma è indubbio che certe atmosfere e dinamiche, simili al suo "derivativo" Man-Thing, non potevano non far pensar maliziosamente ad un ben maggior contributo dello scrittore Marvel alla causa Skywald. Vicenda questa che crea un interessante e curioso corto circuito editoriale e narrativo: un fratello minore (Man-Thing) che ispira la "rinascita" di un suo fratello maggiore (The Heap) che a sua volta aveva ispirato lui ed il suo fratellastro rivale (Swamp-Thing). Una sorta di Uroboro cartaceo non da poco, sopratutto se contempliamo in questa equazione la presenza di un "padre" di tutti...ma su questo tornerò nel finale.
Il ritorno di The Heap sul #24 dell'Airboy targato Eclipse Comics (1986). |
Nel 1993 però la Eclipse andò incontro ad una rovinosa bancarotta, portando il suo intero parco testate e relativi Characters ad essere acquisiti per intero dall'astro nascente Todd McFarlaine, che già nel 1992 era diventato milionario grazie al suo anti-eroe infernale Spawn, a cui il neo acquisito The Heap – sotto un ennesima nuova identità – fungerà da personaggio di supporto in più di un avventura. Nella sua nuova terrificante veste editoriale firmata Mcfarlaine e Image Comics, The Heap è il barbone Eddie Beckett, che dopo aver trovato la morte per assassinio, entrerà in contatto con la misteriosa sostanza soprannaturale – di cui è composto anche lo stesso Spawn – denominata Necroplasma. La reazione tra il corpo del povero Beckett e l'infernale fluido, porterà il suo cadavere ad assorbire ogni sostanza e materiale decomposto nei paraggi, trasformandolo nel nuovo infernale e schifoso The Heap! Questo nuovo essere combatterà più volte Spawn, e in più di un occasione, inghiottendolo, riuscirà persino a spedirlo nella misteriosa dimensione chiamata Greenworld, una sorta di rappresentazione della natura stessa. Interessante notare anche qui dei punti di assonanza tra i poteri extra-dimensionali del Man-Thing Marvel, e alcuni tiepidi accenni alle forze della natura come narrato nelle lontane origini del The Heap della Golden Age.
L'infernale The Heap della Image Comics nelle cinetiche chine di Greg Capullo. |
Su queste pagine appariva un breve racconto Horror dello scrittore americano Theodore Sturgeon intitolato "IT!". La storia narrava di come un viscido mostro vegetale si fosse formato intorno allo scheletro di un uomo, tale Roger Kirk, dopo che quest'ultimo fu abbandonato morente in una sinistra e putrida palude.
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