Golden Focus On: BLACK HOOD!

Come già visto in passato su queste pagine, spesso molti vigilanti mascherati della Golden Age erano, nella loro identità civile, dei tutori dell'ordine, quindi poliziotti, agenti FBI o altro ancora; basterebbe solamente citare Characters come il Guardian della National/DC, il primo Blue Beetle della Fox, o l'affascinante The Hood della Holyoke, solo per fare alcuni esempi. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un eroe mascherato, Black Hood, che nella sua identità civile era per l'appunto un solerte poliziotto. Apparso nell'ottobre del 1940 sul #9 di Top-Notch Comics – edito dalla MLJ ComicsBlack Hood era una creazione della penna dello sceneggiatore Harry Shorten e della prolifica matita del fumettista Al Camy.

Top-Notch #24 ottobre 1940 MLJ Comics
L'esordio di Black Hood su Top-Notch #9. In basso a sinistra compare
Roy il super ragazzo, fedele Sidekick del mago super-eroe Wizard.

La storia di Black Hood narra le disavventure dell'agente della polizia di New York Matthew Kipling "Kip" Burland, che incastrato dal criminale noto come Skull per dei crimini che non aveva commesso, cercherà in tutti i modi di scagionarsi, ottenendo però solo il triste risultato di finire impallinato dagli sgherri del bieco criminale. Lasciato a morire in un bosco desolato fuori città, verrà poi ritrovato in fin di vita da un eremita che viveva in una sperduta capanna poco distante. Curato e rifocillato dall'anziano solitario, il malconcio Kip riuscirà pian piano a riprendersi sempre più, e una volta tornato in forma, inizierà a raccontare tutta la sua sciagurata vicenda al vecchio solitario.  Quest'ultimo, colpito dalla sua storia, deciderà di aiutare il povero poliziotto sottoponendolo ad uno speciale addestramento composto da sapienti – seppur non specificate – tecniche e discipline orientali. Finito il suo duro addestramento, il volenteroso Kip indosserà quindi un costume provvisto del famigerato cappuccio nero, divenendo a tutti gli effetti l'eroe mascherato Black Hood!
Black Hood top-notch #24 MLJ Comics 1942
Il #24 di Top-Notch. Come si può notare, nel riquadro in fondo
a destra compare Wizard, altro eroe mascherato della MLJ che
spesso condivideva con Black Hood gli onori della cronaca.
Ripresa – incredibilmente – la sua attività nel corpo di polizia di New York, Kip continuò in segreto la sua lotta al crimine collezionando nel tempo una modica quantità di Villains strampalati, tra cui vale la pena ricordare il già citato Skull, il violento Barbanera, il ferino Animal Man, e soprattutto l'inquietante Needlenoodle, un criminale dalla singolare testa oblunga a capo di un ferocissimo racket nella città di Northville, e che sarà l'unico Villain a riuscire nell'impresa di smascherare il nostro Black Hood, rivelando di conseguenza la sua identità segreta al mondo.
A seguito di questo avvenimento, un rassegnato Kip sarà quindi costretto a dismettere i panni del suo alter ego mascherato, riciclandosi in seguito come semplice investigatore privato...tutto questo però non prima di aver pareggiato i conti in maniera "definitiva" con il bieco Needlenoodle!
In questa nuova attività da "spione" investigativo Kip era aiutato dalla sua fedele fidanzata, la giornalista Barbara Sutton.
Una vissuta copia di Hooded Detective – già Black Hood detective – che non può non 
far tornare alla memoria le copertine dei romanzi Pulp della linea Black Book detective,
che vedevano protagonista l'oscuro e antesignano eroe mascherato Black Bat.
Black Hood fu – nonostante tutto – una delle maggiori "Star" della MLJ, al pari di altri ben più quotati Characters della stessa casa editrice – eroi come Steel Stirling o Stg. Boyle – e con cui condivideva spesso e volentieri la ribalta delle copertine, fino a quando, nell'inverno del 1943, non riuscì ad ottenere una testata tutta per sé. Inoltre fu uno dei pochi Characters dell'epoca ad avere una trasposizione romanzata in salsa Pulp sulle pagine di Black Hood Detective (1941) e per alcuni mesi, precisamente nel 1943, ebbe anche un adattamento radiofonico. Insomma, un po' come accadeva al contrario per gli eroi della radio o dei romanzi (Black Bat, The Shadow, etc etc) che spesso finivano per diventare Comics e strisce per i quotidiani. Il momento propizio però non ebbe lunga vita, in quanto, come già accaduto per altri eroi mascherati del periodo, con lo scemare dell'entusiasmo nei loro confronti, anche il nostro Black Hood fu destinato a eclissarsi, e nel luglio del 1942 con il #28 di Top-Notch Comics – che nel mentre era divenuto Top-Notch Laugh – il nostro crociato incappucciato fu costretto a farsi da parte per lasciare la ribalta a Characters sempre più comici e buffi come il villico Pokey Oakie, la svampita Suzie, o persino animali antropomorfi in stile Disney. La predominanza di temi umoristici e relativi eroi comici porteranno pian piano sempre più a scomparire il nostro Black Hood, che con il #44 di Top-Notch Laugh, sparirà del tutto. Emblematica sarà la copertina datata 1943 della rivista – ora rinominatasi Jolly Jingles – che ritraeva l'ormai assoluto protagonista del nuovo corso MLJ, il super pennuto chiamato Super Duck!
Il #44 di Top-Notch Laugh vede protagonista la procace e sciocca Suzie intenta
a leggere dei quotidiani. Relegato ad un mero trafiletto di giornale buttato in
terra, il nostro povero Black Hood. Forse già un primo esempio di meta-fumetto.
Negli anni successivi Black Hood vivacchiò per un paio d'anni sulla rivista Pep Comics – sempre della MLJ – dove la star principale era il collega supereroe The Shield. Successivamente il nostro cappuccio in nero trasmigrò su Black Hood Comics – testata che andò a sostituire quella del cupo eroe Hangman – ma anche qui l'avventura non duro' granché in quanto il pubblico non riteneva il nostro un eroe interessante, soprattutto se combatteva il crimine nei panni di un semplice detective, visto che la sua identità segreta era stata compromessa dal Villain Needlenoodle tempo addietro. Questo ennesimo mancato aggancio e appeal con i lettori portarono ad un totale disinteresse nei confronti di Black Hood Comics, che ben presto chiuse i battenti trasformandosi – o meglio venendo riciclata – in Laugh Comics. Insomma, a quanto pare per il povero Black Hood valeva il vecchio adagio "una risata ti seppellirà", visto come certe strisce umoristiche avevano sempre preso il sopravvento su di lui nel corso degli anni.
Una tipica Royal Rumble degli equivoci in stile super-eroico per la formazione anni '60
dei Mighty Crusaders. Una serie questa durata soltanto sette numeri, prima di essere
rilanciata negli anni '80 sotto il marchio red Circle Comics, sempre della Archie Comics.
Per circa vent'anni di Black Hood non si ebbe più notizia, fino a quando, nel 1960, non fece una fugace apparizione sulla testata di un suo collega, il supereroe The Fly.
Difatti con la conseguente ri-esplosione del fenomeno supereroistico – la famosa Silver Age – nel 1965 la MLJ – che nel mentre era diventata Archie Comics – rilanciò i suoi maggiori campioni in maschera sotto il marchio Mighty Comics Group, iniziativa che comprendeva al suo interno la super squadra chiamata Mighty Crusaders, di cui un ringiovanito Black Hood divenne uno dei suoi membri fondatori. Si andò avanti così fino al 1967, poi, puntualmente, si chiuse anche questo capitolo. Negli anni '80 ci fu di nuovo una timida ripartenza con la linea Red Circle Comics – appartenente sempre alla Archie – che rivedeva del tutto le stesse origini di Kip Burland, inventando tutta una nuova storia basata su discendenze ed eredità del costume di Black Hood (un po' alla maniera del Phantom di lee Falk). Questo nuovo Black Hood era Thomas "Kip" Burland – nipote del primo Black Hood – che ereditato il manto del nero giustiziere dallo zio, se ne andava in giro vestito in pelle come un tipico motociclista guidando una moto speciale e usando al contempo un avveniristica pistola dalle multi funzioni. Fece parte delle seconda formazione dei Mighty Crusaders per tutti i suoi tredici numeri di durata, tornando proprio nel tredicesimo e ultimo numero al tipico costume blu e giallo del primo Black Hood.
Il Black Hood motociclista degli anni '80 in una dinamica cover del maestro Alex Toth.
Nei primi anni '90 sarà la DC Comics – che nel mentre aveva acquisito i diritti di alcuni Characters della Archie Comics – a tentare un ennesimo rilancio in dodici numeri dell'eroe per il suo marchio Impact Comics, affidando addirittura a tre personaggi ben distinti il nero cappuccio di Black Hood. La caratteristica principale di questo nuovo Black Hood era l'eredità che dal medioevo sino ai giorni nostri si era tramandata – come una sorta di maledizione – sui diversi "soggetti" che avessero incautamente indossato il fatidico cappuccio oscuro. Un bel po' di anni dopo, precisamente nel 2009, la DC Comics riotterrà di nuovo i diritti su Black Hood, rilanciandolo stavolta con una nuova e sola identità – quella del giovane criminale Mateo Burland – arrivando a farlo interagire persino con la Justice League of America.
Black Hood numero 1 Impact Comics/Dc Comics dicembre 1991
Il Black Hood della Impact Comics sotto il suo cappuccio vide ben tre
distinti personaggi tramandarsi l'agilità e la forza del nero giustiziere. 
L'ultimo ripescaggio invece risale al 2015 ad opera della Dark Circle Comics, linea più dura e matura appartenente alla stessa Archie Comics. In questa nuovissima e adulta versione Black Hood è il poliziotto Gregory "Greg" Hettinger, che ucciso accidentalmente il "vecchio" Kip Burland, ne rileverà in seguito l'identità mascherata di Black Hood. Questa nuova serie, assai cruda e violenta e dai tratti Hard Boiled, vedrà alle sceneggiature lo scrittore Duane Swierczynski ed il disegnatore Michael Gaydon, mentre il #6 della stessa sarà illustrato nientemeno che dal  veterano dei Comics Howard Chaykin.
Black Hood #2 Dark Circle Comics/Archie Comics
Il #2 Vol.4 del nuovo e violento Black Hood della Dark Circle Comics, in una
 splendida cover illustrata dal talento tutto italiano di Francesco Francavilla.
Tutt'oggi Black Hood può essere ancora avvistato in qualche remoto angolo del sito web della Archie Comics o in altre iniziative editoriali a fumetti di altre case editrici, piccole o grandi che siano. Fondamentalmente è un Character talmente archetipico, che, citando un vecchio film, potremmo definirlo un "Eroe per tutte le stagioni". Non vi stupite quindi se doveste ritrovarvelo davanti prima o poi...

4 commenti:

  1. Hem... Vetusto questo ti era sfuggito... https://www.firstcomicsnews.com/black-terror-returns-to-dynamite-entertainment-this-october/
    In uscita ad Ottobre per i tipi della Dynamite.
    Saluti
    Umberto

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  2. Bellissimo articolo, incredibile di quante vite abbia avuto questo personaggio.

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    1. Grazie, Cavaliere. Molte vite, vero, e tutte interessanti per di più. Anche se la mia preferita è quella del maestro Alex Toth. 😉

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