LEGACIES...o l'eredità di Marvels

Eredità - Legacies - di Len Wein e autori vari

Eredità- Legacies di len wein e autori vari- dc comics/lion

Spero sia chiaro, già dal titolo di questo blog, il mio amore e fascinazione per le cose antiquate, e la cosiddetta Golden Age of Comics è sicuramente tra queste.
Attualmente, o perlomeno negli ultimi 10-20 anni, nel mondo dei Comics fatto di ultra-colori e personaggi stravolti e riscritti, sempre più cinici e assurdi, qualche autore si è permesso, con amore, di andare a sbirciare in quel lontano passato che il sottoscritto ha sempre ritenuto pregno di un gran fascino. 
Parecchie sono le opere dedicate al tema, non molte a dire il vero, ma abbastanza da far ritenere soddisfatti i palati come il mio.
Parlando di questa età dell'oro dei fumetti (ovviamente) americani, non si può non citare uno dei primi classici a tema, Marvels di Kurt Busiek e Alex Ross, che inaugurava, in parte, quel filone di storie in cui l'uomo medio, l'uomo della strada, o, in questo caso, un fotoreporter, si fa occhio(in tutti i sensi) dei cambiamenti e mutamenti della società in cui vive, dall'avvento delle primissime “Maschere” a cavallo tra gli anni '30 e '40. 
Già da Marvels è non poco velato l'intento metatestuale che va a narrare, all'interno della stessa fiction, il cambiamento della società americana e del suo cosiddetto sogno all'interno del famigerato Universo 616 (universo Marvel) con la nascita dei primi eroi in costume, fino ad arrivare ai giorni nostri o perlomeno, nel caso di Marvels fino agli anni '80, periodo che inaugura di fatto la Bronze Age.




L'analisi meta è abbastanza palese nel mostrarci come questi personaggi cambino pelle, modalità, indole e carattere (oltre al costume) in base ai tempi della loro pubblicazione. 
Dagli spensierati anni della Golden per poi passare alla rinascita della Silver Age, per poi concludersi con il revisionismo degli anni '80 della già citata Bronze Age.

Un impianto narrativo questo che verrà a volte citato con garbo e a volte replicato pedissequamente; difatti chi seguirà questo solco a volte lo farà in maniera originale ( Golden Age di James Robinson e Paul Smith o The New Frontier di Darwyn Cooke) a volte invece come gustoso copia e incolla, cosa che accade in Legacies, opera i due volumi del 2010/2011 a firma Len Wein e autori vari.


Proprio quest'ultima, recentemente, è stata recuperata da me nei suoi due volumi; anche in Legacies ci troviamo innanzi ad un'opera di narrazione cronologica di un intero universo fumettistico (quello DC) con tutta la sua serie di avvenimenti e tragedie, tra crisi, Reboot, multiverso etc etc, che tanto complicano e hanno complicato ma reso affascinante l'universo di Superman e soci. 
Legacies ci narra tutto ciò, ma se ne smarca, narrando invece ciò che poteva essere complicatissimo, nel più semplice e lineare dei modi.
La storia segue difatti, come detto anche per Marvels, la vita di un uomo qualsiasi, tale Paul Lincoln, che da bambino che cerca tra un furtarello e l'altro di sopravvivere alla grande depressione americana nelle sporche strade di Hell's Kitchen, avrà modo di assistere alla nascita dei primi Mistery Men (coloro che in seguito diverranno la prima incarnazione della Justice Society of America).
Sarà proprio un incontro di sfuggita con il primo Crimson Guardian (Vendicatore Cremisi)...
Il primo amore non si scorda mai... il burrascoso incontro tra Paul Lincoln
ed il vigilante mascherato Crimson Guardian, primo eroe in costume
 delle pubblicazioni DC, all'epoca chiamata National allied Pubblications.
...e uno molto più diretto con le "Maschere" (in questo caso con il primo Atom-Al Pratt, ed il primo originale Sandman-Wesley Dodds) durante una retata notturna, a colpire nel profondo la coscienza del ragazzino, facendolo evadere da quella vita di piccoli crimini iniziando una fitta collezione di ritagli e giornali inerenti questi primi vigilanti mascherati, e che si porterà dietro fino alla vecchiaia mostrandoli a noi mentre ci narra la sua storia e quella del DC Universe


L'inizio della personale e prestigiosa emeroteca del giovane Paul.
La sua sarà poi una parabola morale che lo porterà, da piccolo teppista di strada insieme all'amico Jimmy (che invece rimarrà criminale, per poi riscattarsi sul finale) ad arruolarsi adulto in polizia onde servire e proteggere come giustamente le "Maschere" insegnano.
Ciò che rende Legacies diverso da Marvels é di certo la non poca diversità tra i due protagonisti narranti, Paul Lincoln e Phil Sheldon
Phil Sheldon (in Marvels), nel seguire le vicende degli eroi Marvel mette se stesso e le maschere in discussione più di una volta (in base ai periodi storici e ai loro accadimenti) a volte come cinico e razionalista osservatore (come ogni buon giornalista deve fare) a volte invece facendosi scudo dei
valori delle “Meraviglie” quando minacciati dall'opinione pubblica o dall’ottusità e paura della gente comune, e portandone fin dentro la sua vita familiare le inevitabili ripercussioni.
Paul Lincoln invece rimane, per buona parte del suo cammino di vita e narrativo,
fondamentalmente un bambino incantato dai suoi beniamini, e sin dall'inizio ne idolatra le gesta, sopratutto, senza mai metterli in discussione. Pochi sono poi gli eventi importanti dell'universo DC e i suoi eroi che vanno seriamente a toccare le sue vicende familiari. 
Tolto il suo arruolamento in polizia, motivato dall’esempio del vigilante mascherato chiamato Guardiano...
La prima apparizione di Guardiano, alias il poliziotto Jim Harper.
...o le vicissitudini dell'amico Jimmy nella parte finale, sono rare le intrusioni di quel mondo fantastico all'interno del suo nucleo familiare.
Differenze e sfumature tra le due narrazioni, che segnano una certa distanza tra le due opere. 
Distanza che si acuisce anche e soprattutto per il reparto disegni. Sia chiaro, é molto bello in Legacies assistere a questa lunga carrellata di artisti, soprattutto un George Perez in gran spolvero che cita se stesso nei capitoli dedicati a Crisis, oppure un Andy Kubert in stato di grazia che, impreziosito dalle chine del padre Joe, ci regalerà il miglior capitolo, quello dedicato ai Mistery men. Tutto molto bello, ma con un senso altalenante e discontinuo degli artisti partecipanti che crea un po' di confusione nel seguire gli avvenimenti. 
In Marvels invece avere dall'inizio alla fine un certo Alex Ross, pagò immensamente nel discorso di unità di intenti e narrazione.
Per finire, questo Legacies è nel complesso opera gradevole e gustosa, che può servire come dizionario atto a riempire lacune, tra saghe ed altro, del lettore occasionale, o far rivivere, da un differente punto di vista, al fan più accanito quasi 50 anni di storia DC. 
L'intera opera, divisa in due volumi, si arresta cronologicamente poco prima della saga Crisi
Infinita, e, se gli ultimi capitoli (almeno per me) risultano ridondanti e con poca presa, non si può certo dire lo stesso per i primi, che ho amato particolarmente, e dove il Sense of Wonder è prepotente. 
L'opera di Wein è quindi un gradito ricordo nostalgico a quell'universo DC, pre e post Crisis, che da lì a pochi anni sarebbe stato riazzerato o Rebootato per l'ennesima volta nel maxi evento New 52.
...una sorta di commiato che per una parte di strada può valere il prezzo del biglietto. 


Tutta la Golden Age del DC Universe, nella 
bellissima istantanea firmata Andy e Joe Kubert.


Link alle opere citate:
EREDITA' (Legacies) VOL 1 di Len Wein e AA VV
EREDITA' (Legacies) VOL.2 di Len Wein e AAVV



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