Come sapete, su queste pagine si è sempre trattato maggiormente di Characters provenienti da quell'immenso bacino che è la Golden Age – quindi fine anni '30 metà anni '50 – e poche volte mi sono addentrato in territori che superassero quelle magiche annate. Stavolta però vorrei parlare di un singolare, quanto accattivante Eroe, che definirei difficilmente collocabile temporalmente – motivo in più del suo strano e singolare fascino – e che vede il suo esordio ben oltre quelle date. In un momento storico in cui – all'alba degli anni '60 in piena Silver Age – i poteri di Superman erano arrivati fuori scala con gesti come spostare interi pianeti, raggi X che potevano fondere di tutto, una voce che risuonava al punto da stendere intere catene montuose etc etc, l'arrivo di un Character del genere era una palese e piacevole controtendenza. Un eroe più realistico – come ci assicurava la stessa pagina iniziale del suo fumetto – che ci teneva a ribadire che stessimo leggendo a tutti gli effetti una storia ben piantata nella realtà, seppur quasi subito dopo, addentrandosi nella lettura, il fattore realismo andava pian piano a farsi benedire.
Atlas fa il suo debutto nel gennaio del 1964 – per la bellezza di un solo numero – su Daring Adventures #18 della IW Publishing, casa editrice che in quegli anni aveva già ristampato e distribuito più di Trecento titoli di altre case editrici defunte – nomi come Quality, Fiction house, Fox Feature Syndicate e tante altre ancora – costrette a metà degli anni '50 a chiudere per via del funesto libro dello psicologo Fredric Wertham – Seduction of the Innocent – e dell'avvento del cosiddetto Comics Code (cui avevo accennato qui).
Prima di addentrarci nella biografia dell'eroico forzuto c'è da chiarire comunque un arcano: quale era stato lo stratagemma che aveva portato la IW Publishing a sopravvivere a tutte le altre case editrici, riuscendo al tempo stesso a riportarle per cosi dire in vita?!?
Un esempio può darcelo lo stesso Comic Book che conteneva l'unica avventura di Atlas, i cui disegni – molto probabilmente attribuibili al fumettista George Tuska – sembravano risalire alla fine degli anni '40 o giù di lì. La cosa si spiegava cosi: la IW Publishing era solita acquisire le lastre di stampa delle citate e defunte case editrici, per poi riassemblarle complete di nuove copertine, sommario e altro ancora, ristampando poi il più fedelmente possibile l'interno – grazie alle proverbiali lastre – riportando quindi il tutto al suo antico splendore. Alla fine quindi, quello che appariva innanzi ai lettori di quei primi anni '60 era un fumetto alquanto singolare e straniante, difficilmente collocabile a livello temporale, ma incredibilmente accattivante. Infine, per sviare il ferreo controllo del Comics Code la IW Publishing distribuiva e vendeva i suoi Comics – confezionati in maniera casuale e in gruppi di tre – direttamente in negozi di giocattoli, Store e negozi con articoli a cinque o dieci centesimi – gli equivalenti dei nostri negozi a un euro – e infine persino nelle farmacie! Grazie a questo contorto – ma assai furbo e redditizio – metodo produttivo, la IW Publishing riuscì a ridare vita a miriadi di Characters o titoli a fumetti che si erano ormai persi nella notte dei tempi; roba come il Doll Man ed il primo Plastic Man della Quality, The Avenger della Magazine Enterprise, e persino il The Spirit di Will Eisner, sempre per la Quality. Tra questi nomi – non da poco – e tanti altri ancora, potevamo trovare appunto anche il nostro Atlas.
Palesemente ispirato al Body Builder Charles Atlas – noto soprattutto per il suo pubblicizzato metodo di "Tensione Dinamica" muscolare e per i suoi esercizi isometrici molto in voga nelle pubblicità dei fumetti della Golden Age – Atlas era il giovane e mingherlino Jim Randall, impiegato di ufficio con un classico look alla Clark Kent, occhialini, capelli impomatati tendenti al blu, e leggermente imbranato...insomma la citazione all'azzurrone di casa DC era abbastanza palese.
Come ogni buon improbabile incipit di qualsiasi Comics della Golden o Silver Age – seppur il nostro Atlas sia difficilmente collocabile in ambedue le ere – il povero Jim si troverà suo malgrado invischiato in una brutta storia di malavita ed estorsioni nel tentativo di proteggere il giovanissimo fratello della sua ragazza, tale Linda Thompson, dai feroci scagnozzi del noto Gangster Italo Americano Duke Cazzini (un nome un programma). Al seguito di un violento pestaggio accaduto proprio per impedire che il giovane cognato finisse malamente, il nostro povero Jim sarà costretto ad un riposo forzato e assai doloroso, perdendo al tempo stesso la totale stima della bella Linda.
Costretto quindi a letto, sentendosi sempre più una nullità, il nostro riceverà l'inaspettata – quanto incredibile – visita del Dio Atlante in persona, signore della forza dei miti Greci. Il sedicente Dio, assai dispiaciuto per le condizioni in cui versava il tapino Jim, deciderà di insegnargli i suoi singolari e segreti esercizi dinamico-muscolari. In seguito, ripresosi dalle ferite, Jim si recherà in Arizona, nel desolato Ranch di suo zio Hank, al fine di potersi allenare e sperimentare in tutta calma i "magici" esercizi volti a raggiungere la tanto decantata vigoria fisica. Dopo settimane di allenamenti intensivi, l'ex impacciato e gracile Jim lascerà spazio ad nuovo aitante e vigoroso se stesso, sotto lo sguardo stupito dello zio e degli altri residenti del Ranch. Ritornato in città, Jim si recherà da Linda, scoprendo nel mentre che durante la sua assenza non solo la Gang di Scazzini aveva continuato ad importunare la famiglia della ragazza, ma anche che il giovane cognato era entrato a far parte lui stesso della terribile banda criminale. Colpito da questa notizia Jim si sentirà quasi impotente di fronte alla cosa, quando all'improvviso, nel momento di massimo sconforto, ecco apparirgli di nuovo il Dio Atlante, che tramite una nuova visione, gli annuncerà con solenni e tonanti parole di combattere il male usando in suo nome i nuovi incredibili poteri di cui era ora in possesso.
Jim, nelle nuove vesti di Atlas, dà sfoggio della sua nuova incredibile forza. |
Quindi, tornato a casa con un nuovo – quanto improbabile – costume, inizierà ad usare le sue nuove abilità per sconfiggere la Gang del Boss Cazzini e riabilitare il giovane cognato, salvando al tempo stesso l'intera famiglia della sua amata Linda. Nel finale il nostro riuscirà anche a redimere alcuni dei balordi della Gang portandoli incredibilmente sulla retta via. Difatti il fumetto si chiude con un monito rivolto ai lettori che recita più o meno così: "Chiunque può ottenere attraverso una vita pulita e corretta, ed un addestramento adeguato, la via per il diritto e la giustizia." In soldoni, chi riga dritto, fa una vita sana e si allena – anche e soprattutto per aiutare il prossimo – sarà sempre ricompensato da pace, diritti umani e giustizia. O perlomeno è cosi che l'ho interpretata io.
Non pago poi di questa morale finale, il possente Jim/Atlas esortava i lettori a seguire i suoi esercizi isometrici – da provare in casa – descritti in una esplicativa e ginnica pagina finale. L'impressione quindi che si poteva avere nella lettura di quest'unica avventura del nostro Atlas, è che la motivazione, o la fede, possono scatenare poteri latenti in noi. E non è esagerato – almeno secondo la filosofia del fumetto in questione – pensare che tramite dei semplici esercizi muscolari si possa arrivare ad una condizione quasi super-umana. Insomma, era un concetto non da poco per un Comic Book di quel periodo. Se pensiamo che idee del genere sono state riprese parecchie volte in molti Comics moderni o pellicole cinematografiche – basti pensare al film Unbreakable – si può arrivare a credere che Atlas, nel suo fuggevole apparire, avesse una struttura non da poco dietro di se. E' quindi un peccato non averne potuto vedere gli sviluppi, anche se non è detto – soprattutto in un epoca di rilanci Golden Age come questa – che qualcuno non voglia riprenderne un domani le eroiche gesta.
Per concludere, un ultima curiosità inerente altri due Characters dal nome Atlas che ci tenevo a segnalare: Il primo, precedente all'Atlas di cui vi ho parlato sinora, è l'Atlas della Great Comics apparso sulle pagine della rivista Choice Comics #1 del dicembre 1941. Creato dal fumettista Paul Powers, questo Atlas – apparso anch'egli per un solo numero – a quanto pare era veramente una sorta di incarnazione del Dio Atlante, intento nella sua prima ed unica avventura a sventare un furto di armi nei confronti dello stato del Canada.
L'altro, sicuramente più importante rispetto agli altri due, è una creatura del "Re" Kirby in persona. Questo Atlas – che precedentemente aveva già avuto diverse incarnazioni tra gli anni '40 e anni '60 – debutta nel 1975 sulla rivista 1 Issue Special della DC Comics. Questo nuovo e riadattato Atlas è una sorta di invulnerabile semidio errante e vagabondo, intento a riconquistare il suo status dopo aver perso tutta la sua famiglia. Sorta di tipico Antieroe Kirbyano, questo Atlas riapparirà in seguito anche in molte avventure di Superman, e in tempi odierni è stato anche rimaneggiato e riportato in auge dal demiurgo dei Comics Grant Morrison.
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