I Supereroi Animati di Alex Toth - parte prima

Il mondo dei Cartoni animati si sa, è assai vasto. Lo era ai suoi inizi, figuriamoci in seguito o ai giorni nostri, soprattutto quando le nuove tecnologie hanno del tutto accorciato il range tra produttività e qualità, senza perdere del tutto il contatto con i giovanissimi avventori di questo "antico" mezzo audiovisivo che, non si può negare, ha contraddistinto e formato anche l'infanzia di moltissimi lettori di fumetti. Non c'è ombra di dubbio che fra le glorie "animate" del passato un posto d'onore spetti sicuramente alle produzioni del leggendario duo formato da William Hanna e Joseph Barbera, che presto o tardi segnò – e segna ancora – intere generazioni di piccoli – poi divenuti adulti – spettatori televisivi e divoratori onnivori di tonnellate e tonnellate di cartoni animati. Da par mio posso dire tranquillamente di essere uno di quelli... Aspettare certe mattine domenicali, o pomeriggi post merenda e post compiti, per spararsi la solita dose di Flinstones e compagnia colorata al seguito, era una appuntamento imprescindibile. Ma già a quei tempi la mia spiccata curiosità per tutto quanto era arte, e di chi o cosa si celava dietro quei fantastici disegni, si faceva sempre più predominante... in special modo poi se gli eroi della TV iniziavano a diventare più maturi e accattivanti; difatti, senza nulla togliere a prodotti come Flinstones, Jetsones, Top Cat, Scooby Doo, Yoghi e compagnia antropomorfa andante, la mia attenzione iniziava a venire rapita da altri personaggi più maturi e accattivanti – scoperti sulle tv locali – e dai nomi ben più evocativi come Space Ghost, Birdman, o Shazann. Personaggi questi – tra i tanti – che rapivano molto di più la mia attenzione, e che anni più tardi, in un modo o in un altro, avrebbero portato i miei interessi di giovane adulto verso il colorato e sfaccettatissimo mondo dei Supereroi. Seppur, me ne rendo conto, sia alquanto riduttivo etichettare il tutto con il termine di Supereroi, i personaggi che andavo via via scoprendo in quegli anni ai miei occhi cosi apparivano, soprattutto per le loro gesta e la loro resa grafica in video. E proprio quest'ultimo aspetto mi affascinava enormemente, portandomi a studiare, ricopiare e riprodurre su fogli e quant'altro, le fattezze di questi cosiddetti "Eroi", arrivando ad evidenziare – per quanto potesse un ragazzino di otto o dieci anni quale ero all'epoca – un trait d'union artistico che legava queste "creature" di carta e celluloide. L'impianto grafico era qualcosa di nuovo – almeno per me – in un mondo come quello di Hanna&Barbera sino ad allora composto solo di, passatemi il termine, personaggi caricaturali e animali antropomorfi. Dovettero passare anni e anni prima che una mia certa maturità e conoscenza del mezzo artistico legato a fumetti e animazione potesse portarmi alla soluzione; e cioè lo scoprire quale vulcanica mente creativa si celasse dietro quelle creazioni. Un artista che avevo ammirato altrove, e che senza saperlo aveva in un certo senso segnato una parte della mia infanzia  televisiva... Alex Toth!

Alex Toth è tuttora considerato uno dei massimi espressionisti del verbo disegnato e fonte di ispirazione per decine e decine di artisti suoi colleghi. Forse, insieme a Jack "the King" Kirby, è per il sottoscritto uno dei massimi rappresentanti della "Nona Arte", in particolar modo per quel che concerne il mondo dei Comics, che come ormai chiaro, è linfa preziosissima per codesto Blog. 
Toth esordisce nel mondo dei Comics nel lontanissimo 1947, dapprima collaborando con la National Comics – futura DC Comics – passando per serie come Flash o Green Lantern, e successivamente, dopo diversi anni a macinare strisce e tavole di fumetti a sfondo bellico, passa alla Western Publishing, dove lavora alla trasposizione di film e telefilm dell'epoca (assai famoso è il suo Zorro per la Disney). Soltanto nel 1960 approda al mondo dell'animazione, diventando direttore artistico per la serie animata Space Angel, e successivamente, nel 1964, arriva infine a lavorare per i mitici Hanna&Barbera. Un sodalizio questo che lo impegnerà per quai tutti gli anni '60, senza ovviamente tralasciare o abbandonare mai il mondo dei Comics, cui contribuirà – facendo sempre scuola – fino al giorno della sua morte, avvenuta il 27 maggio del 2006 mentre era la lavoro sul suo tavolo da disegno. Una vita da assoluto stakanovista del fumetto e dell'arte sequenziale fino all'ultimo respiro, non c'è che dire. Ma non è del suo apporto al mondo dei Comics e affini che parleremo, ma bensì di quelle sue opere più rappresentative e iconiche del mondo dell'animazione, in prevalenza spesa e donata con infinita dedizione e amore al colorato bacino dei prodotti targati Hanna&Barbera.





SPACE ANGEL


La già citata Space Angel era una serie televisiva animata di carattere fantascientifico prodotta dalla Cambria Productions dal 1962 al 1964. La particolarità di questa serie era l'utilizzo della tecnica denominata Synchro Vox, un metodo di ripresa che combinava disegni statici ad immagini in movimento, e il cui uso più vistoso era quello di sovrapporre labbra parlanti appartenenti ad attori o doppiatori della stessa serie sui volti disegnati all'interno del cartone animato. Una tecnica questa alquanto economica, che permetteva ai produttori di risparmiare un bel po' di soldini, e agli sceneggiatori di potersi esprimere al meglio cercando nei limiti di rimanere fedeli alla storia che si andava raccontando.



La serie narrava le avventure cosmiche di tre astronauti al servizio della solerte Earth Bureau of Investigation – sorta di agenzia spaziale interplanetaria – a bordo del loro razzo astronave denominato Starduster. I tre temerari erano il Capitano Scott McLoud, noto anche come Space Angel, leader carismatico e abilissimo pilota; a seguire vi era l'addetta alle comunicazioni ed esperta di elettronica Crystal Mace, e l'instancabile addetto all'artiglieria e all'ingegneria della nave, il nerboruto scozzese chiamato Taurus. Durante le loro missioni i tre amici, oltre a pattugliare e difendere i confini dello spazio terrestre, avevano modo di imbattersi in fantastiche scoperte, mondi misteriosi, forme di vita aliene, e nemici insidiosi, di cui vale la pena ricordare come ricorrenti il popolo degli alieni Athenians
La serie era composta da ben 52 storie suddivise in cinque parti ciascuna, per un totale di ben 250 episodi. Caratteristica di ogni puntata poi era la chiusura con un cosiddetto cliffhangers, espediente usato per lasciare un giusto senso di attesa tra la risoluzione di un avventura e l'altra. 


Per quanto giocata su registri produttivi decisamente economici, la serie godeva, soprattutto nei suoi momenti statici, dei disegni pennellati da un Alex Toth in stato di grazia; forse è proprio in questa prima prova animata del nostro che si può godere appieno di tutta la sua arte, in quanto le semi statiche animazioni permettevano uno studio di ambienti meccanici e tecnologici restituiti con grande perizia, nonché personaggi profondamente umani e ben caratterizzati. Davanti al lavoro di Toth si ha più di una volta l'impressione di vedere delle vere e proprie tavole disegnate, più che dei canonici e semplici disegni animati. A testimoniare il lavoro certosino dell'artista sulla serie comunque sono le miriadi di layout e schizzi preparatori che sono rimasti ai posteri. Una caratteristica lavorativa questa che egli utilizzerà anche in seguito nel suo fortunato connubio artistico con Hanna&Barbera
Tale comunque era il lavoro "fumettistico" svolto su Space Angel da Toth, che nel 1963 l'artista decise di realizzarne lui stesso una riduzione a fumetti di ben sei tavole sulla rivista per bambini Jack&Jill





SPACE GHOST 
Alex Toth space ghost model sheet 1966

L'inizio della lunga collaborazione tra Alex Toth e Hanna&Barbera prende il via di nuovo nello spazio con il famosissimo eroe cosmico Space Ghost. La prima apparizione del nostro avviene il 10 Settembre del 1966 sui canali della CBS come segmento collegato alla serie Dino Boy, terminando la sua corsa nel settembre del 1968 dopo ben 42 episodi di Space Ghost e 18 dello stesso Dino Boy. Anni più tardi, nel 1981, Space Ghost farà il suo ritorno per altri 22 episodi inediti all'interno del blocco animato denominato Space Stars, una sorta di contenitore dove gli episodi di Space Ghost venivano intervallati da altre quattro miniserie animate: The Herculoids, Teen Force, Astro and the Space Mutts, e Final Space Stars. La simpatica curiosità della presenza di Space Ghost all'interno di questo nuovo "universo" era che il nostro poteva benissimo interagire con gli altri eroi dello Show, difatti non era raro vederlo accorrere, qualora ce ne fosse stato bisogno, in aiuto degli Herculoids o della squadra dei Teen Force. Nel 1994 il nostro supereroe spaziale tornerà infine protagonista all'interno di una sorta di talk show animato per adulti, Space Ghost Coast to Coast, andato in onda nelle ore notturne fino al 2004 sul canale Adult Swim di Cartoon Network, e rilanciato in seguito nel 2008 sulla piattaforma Game Tap. Space Ghost ebbe modo di planare anche sugli schermi televisivi Italiani all'interno del programma per ragazzi Ciao Ciao – delle reti GPE Telemond – andando in onda per la prima volta il 3 Febbraio del 1980.

I Vilains di Space Ghost: Moltor, Metallus, Brak, Sisto e Black Widow 

La serie originale di Space Ghost narrava le avventure di un valoroso combattente del crimine intergalattico proveniente dal lontano pianeta chiamato Ghost Planet. I poteri in dotazione del nostro erano la sua famigerata capacità di diventare invisibile attraverso l'utilizzo della sua speciale cintura, e quello di poter emettere raggi di energia dai suoi polsi, oltre ovviamente al dono del volo. Ad aiutarlo in lungo e largo nelle infinite distese cosmiche a bordo della velocissima nave Phantom Cruiser c'erano i suoi due aiutanti mascherati, i giovani Jan e Jayce, supportati dalla loro intrepida scimmietta Blip. Ovviamente non potevano mancare i consueti Villains a tormentare il colorato gruppetto; tra questi i più famosi e temuti erano senz'altro la letale mantide umanoide Zorak, vera spina nel fianco per il nostro eroe spaziale, e il pirata dalle sembianze feline Brak con suo fratello Sisto, sempre intenti alla ricerca di un modo per conquistare la galassia. A chiudere vi erano la perfida e algida Black Widow, il metallico e colossale Metallus e il radioattivo Moltor. Nella "ripresa" del 1981 nel contenitore Space Stars dei nuovi avversari si aggiunsero al già nutrito cast di Space Ghost; tra questi vale la pena sicuramente menzionare Space Spectre, versione malvagia di Space Ghost proveniente da un universo alternativo.


Il temibile e insidioso Space Spectre, controparte malvagia di Space Ghost. 
Space Ghost, con i suoi amici e Batman, in Batman the Brave and the Bold.
La popolarità di Space Ghost negli anni Stati Uniti lo rende senz'altro il più famoso personaggio degli anni '60, al punto tale che diverse sono le sue influenze nel campo del fumetto, dell'animazione, e persino della musica. Per quanto riguarda i Comics a stelle e strisce, non si contano gli eroi cosmici che hanno tratto ispirazione dal nostro; il fumettista Steve Rude ad esempio non ha mai nascosto il suo grande amore per il personaggio spaziale concepito da Toth, al punto da creare insieme al collega Mike Baron nel 1981 il suo eroe cosmico Nexus, personaggio iconico del fumetto indipendente degli anni ottanta e novanta, e ispirato, a detta dello stesso Rude, al celebre personaggio dei cartoni animati di Hanna&Barbera. Illustri sono poi le comparsate o cameo di Space Ghost all'interno di altre serie animate, dall'adulta e irriverente Robot Chicken, al film d'animazione Aqua Teen Hunger Force, anche se sicuramente la più interessante, a mio modesto parere, rimane quella effettuata nella bellissima serie animata Batman: the Brave and the Bold del 2008, dove il nostro eroe invisibile si allea con il cavaliere oscuro per combattere il Villain Creature King, reo di aver rapito i giovani Jan e Jayce e la  scimmietta Blip
Space Ghost - Zorak's Revenge 1967 gold key comics
Space Ghost - Gold Key Comics 1967
Space Ghost - Gold Key Comics 1967
Space Ghost - Steve Rude 1987
Space Ghost #1 - Comico Comics 1987
Space Ghost #1 - Comico Comics 1987
Rimanendo nel campo Comics e dintorni era impossibile che anche Space Ghost non avesse le sue belle trasposizioni nel campo editoriale, e non solo perché già di per se gli schizzi e i model sheet preparatori di Toth sono dei capolavori a parte, ma anche per il fatto che molti artisti suoi colleghi, nel corso degli anni sino ad arrivare ai giorni nostri, non hanno saputo resistere nel cimentarsi con l'affascinante fantasma dello spazio, sia che fossero semplicemente delle Fan Art, che delle vere e proprie pubblicazioni cartacee. Tra questi vale sicuramente la pena ricordare la prima trasposizione a fumetti in assoluto uscita nel 1967, edita dalla casa editrice Gold Keys Comics in collaborazione con Hanna&Barbera, e scritta da Don R. Christensen per i disegni di Dan Speagle. Altra menzione è la trasposizione del 1987 pubblicata dalla Comico Comics, scritta in tandem da Mark Evenier e Steve Rude; quest'ultimo si era occupato anche dei disegni all'interno, coadiuvato dai particolari colori realizzati in aerografo dal fumettista e collega Ken Steacy. Un lavoro questo che sempre nel 1987 varrà un Eisner Award per l'intero team artistico di Space Ghost #1

Space Ghost - DC Comics 2005
Future Quest: Space Ghost - DC Comics 2016
Ultime due menzioni d'onore sono per la riscrittura abbastanza adulta delle origini del nostro su Space Ghostdello scrittore Joe Kelly e del disegnatore Ariel Olivetti, un opera in sei parti pubblicata tra il gennaio e il giugno del 2005 dalla DC Comics, e impreziosita dalle splendide ed evocative copertine realizzate dal tratto magico e "fotografico" di Alex Ross.
Infine è del 2016 il crossover pubblicato sempre dalla DC Comics intitolato Future Quest, scritto dallo sceneggiatore Jeff Parker e disegnato da autori vari, che con un lavoro di ricerca enorme nell'immenso universo di Hanna&Barbera, vedeva all'opera, oltre al valoroso Space Ghost, anche altri personaggi famosi ed "eroici" della grande famiglia di cartoni animati, in questo caso capitanati dal giovanissimo prodigio – e anche lui assai celebre a livello televisivo – Johnny Quest.




BIRDMAN AND THE GALAXY TRIO

E' dell'anno successivo – 9 Settembre 1967 – il debutto sulle reti NBC di un altra serie a tema spaziale: Birdman and the Galaxy Trio. La serie era suddivisa in due sezioni distinte: una dedicata a Birdman, l'altra invece dedicata ai prodigiosi Galaxy Trio. A differenza dello Space Ghost comparso in Space Stars, Birdman non interagirà mai con i Galaxy Trio, separando così in maniera netta i due universi narrativi ambientati nello spazio. Ogni puntata della serie comprendeva due episodi dedicati a Birdman, e uno soltanto dedicato ai Galaxy Trio, per un totale di stagione composto da circa 20 episodi, di cui l'ultimo andò in onda il 6 Settembre del 1969. In Italia Birdman verrà invece trasmesso dapprima su Rai Uno nel 1970, e in seguito, insieme ai Galaxy Trio, verrà ritrasmesso da diverse reti locali ben dieci anni dopo, a partire dal Marzo del 1980



A differenza di Space Ghost – proveniente da un lontano pianeta – Birdman in precedenza era un semplice essere umano di nome Ray Randall, che esposto ai raggi scaturiti dalle energie del potente dio del sole RA in persona, si trasformerà nel famigerato supereroe alato. I poteri di Birdman derivano – un po' come Superman – dal sole, e oltre a permettergli di volare, grazie a delle ali prodigiose che spuntano dalla sua schiena, gli donano anche la capacità di emettere dai pugni dei raggi di energia solare concentrata con cui può al tempo stesso difendersi da eventuali attacchi generando degli scudi solari. Questi poteri, essendo strettamente legati alla luce, sono a volte il suo tallone d'achille, indi per cui Birdman necessita sovente di ricaricarsi più volte ai raggi del sole per non soccombere – senza energie in corpo – agli attacchi dei nemici di turno (a volte era necessaria anche solo una qualsivoglia luce artificiale per ricaricarsi, come per esempio quella di una semplice lampada da tavolo). 
Birdman collabora con il misterioso Falcon 7 e l'agenzia segreta governativa Inter-Nation Security, e ha al suo fianco la fedele aquila Avenger e la giovane spalla Birdboy, un ragazzo orfano che il nostro aveva trovato in fin di vita vicino ad un relitto, e a cui aveva trasferito la sua energia solare per riportarlo in vita, donandogli al tempo stesso i suoi stessi poteri, tranne le ali, che per il giovane erano solo meccaniche. Tra gli avversari più temibili del Supereroe solare vi è senz'altro il misterioso Number One, capo della sinistra agenzia Fear, un organizzazione internazionale che reclutava supercriminali dai poteri più assurdi per svolgere le sue attività criminose in giro per il globo. Attività che venivano ovviamente e puntualmente mandate in fumo dall'alato eroe e i suoi amici al grido di "Birdmaaaann!!"




Il Galaxy Trio invece è una squadra formata da tre valorosi supereroi extraterrestri: Vapor Man, leader del gruppo con la capacità di poter trasformare il suo corpo in vapore; Meteor Man, forzuto con la capacità di aumentare o diminuire qualsiasi parte del suo corpo; Gravity Girl dalla capacità di spostare oggetti o volare grazie ai suoi enormi poteri mentali. Insieme lavorano per l'agenzia Galactic Patrol pattugliando in lungo e in largo lo spazio interstellare a bordo del loro incrociatore Condor One,  cercando di mantenere l'ordine e combattendo ogni minaccia che vada a intaccare la pace e l'equilibrio stellare.









Ovviamente anche qui salta all'occhio la prolificità d'autore di Alex Toth, che tra Layout, Model Sheet e Storyboard vari, non si risparmia assolutamente con il suo poliedrico pennello. Soprattutto se  a fornirgli linfa vitale sono gli innumerevoli Characters con cui si trova a lavorare su entrambe le serie, sia che siano i cosiddetti buoni, sia che siano gli innumerevoli e fantasiosi Villains. Studi che hanno un fascino non indifferente, e che hanno anche qui un enorme punto di contatto con il mondo dei Comics, in particolar modo per l'espressione stilistica che Toth infonde nei bizzarri Villains di Birdman; una sequela dei più disparati volti, siano essi torvi, sghembi, lugubri, caricaturali o anomali, che al tempo stesso mantengono un realismo inusitato per un semplice – tra virgolette – Cartoon. Per non parlare poi dell'enorme studio su costumi e armamentari di questi villanzoni, cha vanno sia dal retrò al sci-fi post moderno, e che non possono richiamare in alcune loro fattezze personaggi provenienti dal passato fumettistico Pulp dell'artista. Ovviamente, anche in questo caso – come era accaduto anche per Space Ghost – svariate sono le versioni a fumetti di Birdman e del Galaxy Trio.

Birdman and the Galaxy Trio - gold key comics 1968
Hanna&Barbera Super TV Heroes #2 Gold Key Comics 1968
Birdman and galaxy trio - gold key comics
Hanna&Barbera Super TV Heroes #2 Gold Key Comics 1968
Hanna&Barbera Super TV Heroes #2 Gold Key Comics 1968
Come accennato poco fa, se Birdman e i Galaxy Trio non avevano mai avuto modo di interagire nelle loro rispettive serie animate originali, ne ebbero però la possibilità grazie alle loro versioni cartacee; difatti è sul #2 del fumetto Hanna&Barbera Super TV Heroes, pubblicato dalla Gold Key Comics nell'aprile del 1968, che i nostri eroi si incontrarono per contrastare i piani del malvagio Doctor Toxic. Ai disegni non vi era Toth, ma il volenteroso Sparky Moore, già illustratore per produzioni Hanna&Barbera, Disney e Western Publishing, mentre ai testi troviamo il veterano e iconico Jerry Siegel, celebre papà di Superman




FANTASTIC FOUR

Sempre dello stesso periodo di produzione di Birdman – 9 settembre 1967 –  è il debutto sulle reti ABC del quartetto eroico per antonomasia, The Fantastic Four. Prodotta sempre da Hanna&Barbera la serie sbarcherà anche in Italia, la prima volta nel programma RAI "Gli Eroi di Cartone" del 1972, per poi essere ritrasmessa nei famosi programmi per ragazzi Gulp e Supergulp, sempre sulle reti RAI, dal 1977 al 1981. Un esordio questo sulle reti RAI, che già dagli anni '70, grazie alle storiche e contemporanee  pubblicazioni della Editoriale Corno, aveva contribuito non poco al successo del quartetto su suolo Italico. La serie lascia in eredità solamente venti episodi, in quanto interrotta bruscamente il 21 Settembre 1968 dalle reti ABC...purtroppo.






Già, purtroppo. Perché a ben vedere questa serie è forse uno dei migliori adattamenti sui Fantastic Four  in audiovisivo (incluse serie animate successive o discutibili film live action). Innanzitutto, inutile dirlo, per il Character design studiato da Toth, che per i tempi e le ristrettezze dell'epoca, era abbastanza ben fatto e ben studiato a livello visivo. Un animazione solida e concisa, ovviamente riconoscibile e ascrivibile nel grande marchio Hanna&Barbera, oltre che nel segno di Toth stesso, e che aveva soprattutto nel doppiaggio originale un comparto voci adattissimo che restituiva alla perfezione le psicologie e le diverse personalità del fantastico quartetto. Un esempio su tutti, per dire, è la voce del famoso doppiatore Paul Frees scelta per Ben Grimm (The Thing) perfettamente resa nel suo tono ruvido e saggio al tempo stesso. Un altro punto a favore è poi la caratterizzazione di Sue Storm (Invisible Woman) personaggio che non sempre su video è stata restituita al meglio, spesso sbagliandone l'indole o la resa grafica...in più, la Sue Storm della serie animata appare quasi più grintosa e attiva rispetto alla timida e passiva ragazza che appariva nelle prime avventure cartacee della nostra famiglia di supereroi. Un esempio su tutti è l'utilizzo – già dai primi episodi della serie – del proverbiale campo di forza generato dalla donna, che ne faceva un avversario formidabile e temibilissimo. 





Certo, non tutto fila sempre liscio, e alcuni momenti di stanca, a tratti involontariamente buffi, sovente appaiono all'interno della serie; uno su tutti la resa mimica del Doctor Doom – nemico numero uno del quartetto – che, nei suoi dialoghi, si mostra quasi come una sorta di marionetta muovendo parti della sua maschera, onde restituire, in maniera leggermente comica, i movimenti delle labbra. Oppure la mancanza del Principe Atlantideo Namor – per motivi di diritti televisivi – qui sostituito da un personaggio dalle fattezze simili chiamato Triton, sovrano di un regno chiamato Pacifica. Situazioni grossolane o forzature che però non turbano più di molto, anche perché l'intento della serie era intrattenere senza tanti fronzoli o con intenzioni chissà quanto profonde...ergo, un Doctor Doom stile marionetta o un Namor dotato di pelle rosa e armatura, possono essere "digeriti" senza tante smorfie, soprattutto quando il resto del cast di Villains e affini rimane pressoché immutato. Nutrito cast che il talento di Alex Toth restituisce nel loro massimo splendore; dal perfido usurpatore Attuma all'esplosivo Blastaar, passando per i perfidi mutaforma alieni Skrull, il viaggiatore temporale Rama-Tut, o l'onnipotente Galactus. Menzione d'onore infine va senz'altro al giovane Victor Von Doom – futuro Doctor Doom – che Toth rende alla perfezione... un credibilissimo giovane uomo di scienza distrutto e rovinato per sempre dalla sua superbia e ambizione. 




SUPER FRIENDS 

Facciamo ora un salto di qualche anno in avanti, precisamente l'8 Settembre del 1973, quando fa il suo esordio nientemeno che il super gruppo dei super gruppi...la Justice League of America...ops, intendevo dire i Super Friends! Allora, andiamo con ordine... da tempo Hanna&Barbera avevano l'intenzione di trasporre le gesta del super gruppo  più famoso della DC Comics dal cartaceo al video, ma per problemi di diritti non se n'era mai fatto niente, fino a quando, apportando diversi cambiamenti nella cosiddetta "transizione" – in primis il nome del gruppo – fu finalmente data l'approvazione al progetto. La questione del nome non era cosa da poco, soprattutto in un momento storico come quello (la guerra in Vietnam era ancora in corso) adottare un nome come Justice League of America in TV poteva risultare troppo "nazionalista" o un filino fanatico, andando forse ad urtare la sensibilità di certi spettatori. In più lo show era prevalentemente dedicato al pubblico più giovane, indi per cui Super Friends fu un ottimo compromesso (seppur spesso e volentieri i membri del gruppo all'interno dello show si appellassero tra loro come Justice league). In questa versione animata del super gruppo venivano quindi attenuate anche quelle situazioni che potevano risultare in un certo qual modo violente o eccessive per i giovanissimi di quei primi anni '70. La serie, composta da circa 9 stagioni, raggiunse un totale di 109 episodi concludendosi nel novembre del 1985. La prima – dal '73 al '74 – su cui Toth aveva contribuito di più, contava invece circa 60 episodi. 




Il nucleo centrale della serie ovviamente erano i membri principali della Justice League: Superman, Batman, Wonder Woman e Acquaman; successivamente però si affiancarono anche altri volti noti dell'universo DC come Flash, Hawkman, e Green Lantern. Tutti quanti insieme si trovavano riuniti nell'iconica Sala della Giustizia, situata nel pieno centro di Metropolis, e da cui monitoravano ogni attività sospetta o pericolosa nei confronti del pianeta terra, catastrofi ambientali comprese. Le trame di questa prima versione dei Super Friends non coinvolgevano Villains e super criminali noti dell'universo DC, limitandosi invece a proporne alcuni nuovi di zecca che variavano dai soliti alieni cattivi fino ai classici scienziati pazzi. Il tutto poi si risolveva nel finale con un classico ragionamento pacifico tra gli eroi e i cattivoni, cercando di convincere questi ultimi a mettere giudizio, elargendo al tempo stesso una simpatica morale finale ed educativa per i giovani telespettatori dell'epoca. 








Alex Toth layout wonder woman super friends


Proprio perché furono inventati dei nuovi Characters – sia buoni che cattivi – all'interno dello show, l'instancabile Alex Toth si mise subito al lavoro, sfornando una sequela di affascinanti studi sui "nuovi arrivati", completo di un dettagliato lavoro certosino composto da minuziosi model sheet e storyboard, che ancora una volta denotano l'immensa perizia grafica e professionale di Toth unita al grande amore profuso verso quegli eroi mascherati che conosceva cosi tanto bene. Tra i personaggi creati ex novo per la serie vale la pena ricordarne i più importanti apparsi nell'arco delle nove stagioni: si inizia con le due giovani mascotte Wendy e Marvin in compagnia del loro cane Wonder Dog; i Wonder Twins, due gemelli extraterrestri nativi del pianeta Exxor: Zan, che poteva trasformarsi in qualsiasi elemento acquatico, e Zayna, con la facoltà di trasmutarsi in diverse forme animali. In seguito si aggiunsero alla compagnia dei nuovi eroi, tra cui vale la pena ricordare Apache Chief, nativo Americano dotato di grandi dimensioni e grande forza; Samurai, eroe asiatico dai poteri simili a quelli del ben più famoso eroe della Justice League Red TornadoBlack Vulcan, un afroamericano dai poteri legati al fulmine e molto simili a quelli di Black Lighting, altro eroe cartaceo della DC ComicsEl Dorado, eroe Ispanico dalle diverse abilità, tra cui la più importante era senza dubbio il teletrasporto. Di tutti loro ci viene restituito un approfondito studio da parte di Toth, oltre ovviamente a quello dedicato alle ben più famose icone eroiche per eccellenza della Justice League of America. 

Super Friends Limited Collectors' Edition vol.4 #C-41 - DC Comics 1975/76
Limited Collectors' Edition vol.4 #C-41 - DC Comics 1975/76
Limited Collectors' Edition vol.4 #C-41 - DC Comics 1975/76
Super Friends Limited Collectors' Edition vol.4 #C-41 - DC Comics 1975/76
Limited Collectors' Edition vol.4 #C-41 - DC Comics 1975/76


Limited Collectors' Edition vol.4 #C-41 - DC Comics 1975/76
Alex Toth Super Friends  Limited Collectors' Edition vol.4 #C-41 - DC Comics 1975/76
Limited Collectors' Edition vol.4 #C-41 - DC Comics 1975/76
Limited Collectors' Edition vol.4 #C-41 - DC Comics 1975/76
Anche nel caso dei Super Friends non potevano di certo mancare le consuete versioni a fumetti dei personaggi della serie; innumerevoli sono infatti le trasposizioni cartacee dei nostri beniamini, fino ad arrivare ai giorni nostri. In questo caso però mi limiterò soltanto a segnalare la primissima trasposizione realizzata dallo scrittore E. Nelson Bridwell e lo stesso Alex Toth su Limited Collectors' Edition vol.4 #C-41, del Dicembre 1975 e Gennaio 1976, edita ovviamente dalla DC Comics. In questa brevissima avventura i giovani Wendy e Marvin, sempre accompagnati dal loro prodigioso cane Wonder Dog, vengono scortati da Robin in persona al palazzo della giustizia per una visita guidata che gli permetterà di conoscere i diversi membri storici della gloriosa Justice League. La breve sortita sarà l'occasione per ammirare una sfilata completa dei diversi membri della squadra e delle loro eroiche gesta, il tutto degnamente restituito dal virtuoso tratto di Toth, che all'interno delle pagine avrà anche modo di illustrare – come una sorta di guida – tutti i metodi di lavorazione che si celano dietro la realizzazione di un cartone animato come Super Friends...una sorta di vademecum disegnato su come un fumetto possa trasformarsi in una serie animata, oltre ai metodi lavorativi utilizzati dallo stesso artista. Una vera chicca per gli addetti al settore o i semplici amanti del buon disegno.

Continua...

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